Cottarelli: "Il debito non è aumentato per stretta fiscale"
Milano, 2 lug. (Labitalia) - "Non è vero che il debito pubblico è aumentato perché c'è stata la stretta fiscale e, quindi, che per ridurre il debito rispetto al pil bisogna spendere di più". A dirlo Carlo Cottarelli, economista e direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici italiani dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, a margine del Festival del Lavoro, in corso a Milano. "Il debito -spiega- è cresciuto perché con la crisi economica del 2008-2009 e poi quella del 2011, che era già in corso prima della stretta fiscale, il nostro pil è sceso. Questo ha creato un deficit che spingeva verso l'alto il debito pubblico". "Spero che il deficit pubblico -sottolinea- non aumenti perché aumenterebbe i rischi per l'economia italiana di una crisi 'da spread'; cioè gli investitori non si fidano più di investire in titoli pubblici italiani perché il deficit è troppo alto; quando questo succede l'economia si blocca. Non vorrei che succedesse di nuovo questa cosa". "Non so se ci sarà una manovra correttiva, credo che per essere in linea con le regole europee ci dovrebbe essere una manovra di quest'anno, magari non tanto grande come dice Confindustria". A dirlo Carlo Cottarelli. "Quello che importa -spiega- però è soprattutto il prossimo anno e questo lo vedremo a settembre, con la pubblicazione dei conti per il 2019 per gli anni seguenti. Spero che il sentiero sia quello di ridurre, anche se gradualmente, il rapporto tra debito pubblico e pil". "Per evitare che anche in Italia ci sia una crisi come quella greca il governo deve fare le riforme che davvero servono a far crescere l'economia italiana, alcune di queste riforme peraltro stanno nel contratto di governo come la lotta alla corruzione e rendere la giustizia civile più veloce", spiega Cottarelli. "Non illudetevi -avverte- che l'economia italiana crescerà facendo più deficit, perché abbiamo un deficit già così elevato che sarebbe controproducente, lo spread andrebbe su e questo farebbe rallentare l'economia italiana". "Il popolo greco ora -fa notare- ha lo stesso reddito pro capite che aveva 20 anni fa. Nei 10 anni prima della crisi la Grecia ha avuto una crescita spettacolare, al 4% all'anno. Quindi noi diciamo 'la Grecia sta messa male', ma anche l'Italia sta messa abbastanza male. Negli ultimi 20 anni purtroppo non abbiamo vissuto bene l'esperienza dell'euro. Quindi dobbiamo cercare di fare quelle cose che bisogna fare quando si ha la moneta in comune con altri Paese e mettere da parte le maggiori entrate che sono causate dalla crescita. Se si fanno le cose gradualmente non c'è bisogno dell'austerità, se si aspetta all'ultimo momento quando c'è la crisi, allora purtroppo c'è l'austerità".