Lavoro: automazione? Ecco le soft skill più richieste nel 2019
Milano, 28 dic. (Labitalia) - Con l'avvento della digitalizzazione, il mondo del lavoro sta vivendo una nuova rivoluzione industriale: nell'arco di soli 10 anni il 40% delle professioni attuali non esisterà più o sarà profondamente diverso rispetto a oggi. Molte aziende si affacciano al mondo digitale cambiando le proprie strutture o acquistando nuovi programmi o soluzioni tecnologiche, ma si dimenticano di accompagnare i propri lavoratori durante questo processo. Si stima che in Italia i processi di automazione si faranno sempre più carico delle mansioni ripetitive, passando da una penetrazione attuale pari al 16% dei processi al 40% nel 2022. Le professioni invecchieranno facilmente, l'automazione aumenterà l'offerta potenziale e la conseguenza, per chi non sta al passo con i tempi, sarà una crescita delle diseguaglianze economiche. Ma quali sono le 6 soft skill più richieste per il prossimo futuro, a partire già dal 2019? Al primo posto c'è la conoscenza dell'inglese, presente nel 43% delle nuove ricerche di lavoro (in particolare in ambito Hr, segreteria, acquisti, call center) e capace di garantire uno stipendio medio che supera del 15% quello dei colleghi che non conoscono la lingua in modo professionale. Al secondo posto, l'orientamento alla qualità nei mercati digitali e It, con una richiesta che raggiunge il 41% degli annunci e con un'incidenza positiva sulla retribuzione pari all'8,5%. A seguire, l'attitudine al team working, con una richiesta pari al 36% nell'ambito commerciale e marketing e stipendi maggiori del 13,8%. La graduatoria continua con la capacità di problem solving (la richiesta è pari al 32,1%, in mercati quali ristorazione e il turismo e l'aumento delle retribuzioni è compreso fra il 9 e il 17%), l'autocontrollo (apprezzato soprattutto in ambito farmaceutico e medico, ma anche legale e finanziario, con aumenti retributivi che superano il 10%) e, infine, l'orientamento al cliente (presente nel 15% delle offerte di lavoro soprattutto in ambito ingegneria, produzione e logistica, con retribuzioni maggiori di circa il 15%). "Per la prima volta - commenta Simone Colombo, esperto di direzione del personale in outsourcing - vediamo un aumento significativo di aziende che investono nella propria maturità digitale. Il principale ostacolo che incontrano è rappresentato dal fatto che serva un cambiamento di mentalità sui temi dell'apprendimento e della leadership organizzativa e individuale (che richiede sperimentazione e iterazione, apprendimento continuo, sviluppo di nuovi tratti di leadership e spinta decisionale verso l'organizzazione). Il business digitale si muove più rapidamente, richiede nuovi livelli di collaborazione e comporta cambiamenti notevoli e costanti". In primo luogo, osserva, "bisogna pensare al business in modo diverso, coerentemente con le nuove capacità organizzative abilitate dalle tecnologie digitali. Solo allora si può mettere in pratica il primo passo verso una significativa trasformazione digitale".