Banche: Bcg Global risk 2019, performance in calo nel settore
Milano, 5 ago. (Labitalia) - Dopo la corsa della prima metà del decennio, frenano le performance delle banche nel mondo. Sebbene il settore si confermi redditizio su base assoluta, con una media globale di 68 miliardi di profitto economico totale (ep) generato dagli istituti, questo indicatore mostra un declino negli ultimi anni. Dopo il picco massimo di 16 punti base registrato nel 2015, gli 11 del 2016, nel 2017 l'ep è sceso a 8 punti, evidenziando una performance media pari a quella del 2013, quando il settore cominciava a riprendersi dopo la recessione globale. E' quanto rileva la nona edizione del Global risk report di Boston consulting group, che ha valutato l'economic profit adeguato ai rischi e ai costi del capitale generato dal 2013 al 2017 da oltre 350 banche retail, commerciali e di investimento che rappresentano oltre l'80% del mercato bancario globale. Lo studio fotografa un mondo a tre velocità, nel quale le banche europee sono impegnate in una faticosa risalita (arrivando a -22 punti base nel 2017 dai -38 del 2013), quelle del Nord America e dell'Asia-Pacifico si sforzano di mantenere la rotta (evidenziando rispettivamente un ep positivo di 41 e 19 punti base), mentre quelle dei Paesi in via di sviluppo dell'America meridionale (91), del Medio Oriente e dell'Africa (62) continuano a mostrare un'elevata redditività. Un contesto con problemi sistemici comuni, in particolare l'impennata del rischio e dei costi operativi, in cui la digitalizzazione appare la migliore leva per aumentare l'efficienza, accelerare i processi e migliorare la capacità decisionale. Di fronte a revisioni normative sempre più frequenti, le banche devono trovare modalità agili per far fronte agli obblighi di legge, migliorare i processi anti-riciclaggio, sperimentare nuove tecnologie e partnership. "Ogni anno - afferma Matteo Coppola, managing director & senior partner di Boston Consulting Group e co-autore del Report - questa analisi evidenzia sempre più l'impatto della digitalizzazione sul settore bancario. La maggior parte degli attori sta investendo in sperimentazioni e applicazioni nel mondo dei processi digitali e delle decisioni supportate dagli analytics. Siamo a un punto di flessione nel settore: a valle del periodo di forte de-risking del sistema dovuto agli effetti della crisi, le banche hanno l'opportunità di aprire una nuova strada, ma devono forzatamente passare per la trasformazione digitale di alcuni ruoli cardine come il credito e la tesoreria". In Europa le banche sono rimaste impantanate in una crescita negativa, a causa dei bassi tassi di interesse e dei prestiti in sofferenza (npl), che hanno fatto salire i costi del rischio al livello più alto dal 2013. Le banche europee nel 2017 hanno registrato lievi miglioramenti nei costi di rifinanziamento e operativi, ma in media non potrebbero coprire il costo del capitale. In Nord America, la forte crescita economica combinata all'aumento dei tassi di interesse ha portato a un rialzo della redditività, ma l'aumento dei costi operativi e di rischio ha vanificato il risultato, riducendo il profitto totale per il secondo anno consecutivo, con l'ep diminuito di 2 punti base dal 2016 al 2017. Nell'Asia-Pacifico, le banche hanno vissuto il terzo anno consecutivo di calo dell'ep. In Medio Oriente e in Africa, nonostante costi crescenti, la crescita robusta ha spinto al rialzo l'ep medio nel 2017, portandolo all'apice del decennio. In Sud America, sebbene l'ep sia ancora forte a 91, è leggermente in calo rispetto ai 94 punti base dell'anno precedente. Una sfida comune a cui far fronte è il divario con un piccolo gruppo di incumbent che stringono partnership con il fintech e l'open banking per fornire ai clienti risorse istituzionali e di competenza digitali. L'altra riguarda le risorse: poche banche ne avranno a bilancio a sufficienza per sfidare i nuovi player con potenti capacità digitali. Il terzo problema è il peso dei crediti deteriorati, che in particolare in Europa ha continuato a salire dal 6,4% nel 2009 all'8,9% nel 2015 e 2016, prima di riposizionarsi al 7,9% nel 2017. Le funzioni del rischio e della tesoreria nei prossimi anni dovranno far fronte a un mandato più ampio, in una gestione integrata e di utilizzo strategico delle risorse di bilancio. Questo mandato richiede di operare in modo più rapido e incisivo, con il supporto di dati in tempo reale, analisi predittiva e automazione end-to-end. Il chief risk officer digitale può diventare il ruolo attorno a cui aggregare e moltiplicare le forze per la trasformazione digitale nelle banche. L'esperienza di progetto di bcg dimostra che un sistema automatizzato può prevedere con precisione un evento negativo nel tempo e inviare segnali di allarme con almeno 18 mesi di anticipo. Il mandato della tesoreria si estenderà a un ruolo più ampio di gestione dell'intermediazione, dall'origine alla distribuzione. In questa evoluzione, le banche devono passare a una gestione 'olistica' del bilancio, che migliori la redditività soddisfacendo gli stress test e le altre misure di gestione del rischio regolamentate. "Al centro della trasformazione digitale del settore bancario - aggiunge Matteo Coppola - ci saranno anche i chief risk officer, i chief lending officer e i chief financial officer. Basti pensare all'impatto che potrà avere in futuro l'utilizzo di nuovi dati e la possibilità di utilizzare algoritmi avanzati nelle decisioni. Questo richiederà una più stretta collaborazione anche di queste funzioni e un forte salto di qualità in termini di nuove competenze e modelli organizzativi e di lavoro".