Per l'80% delle donne
non esistono pari opportunità
"Essere donna è affascinante. È un'avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai", scriveva Oriana Fallaci nella sua "Lettera ad un bambino mai nato". Ma essere donna non è sempre facile. Anzi, non lo è quasi mai nella vita. Soprattutto in quella professionale. Dove la disparità tra il gentil sesso e il sesso forte è ancora piuttosto marcato. A rivelarlo è un'indagine effettuata dall'Osservatorio Cera di Cupra sulle Pari Opportunità, cui hanno partecipato 1000 donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni e un campione di 150 imprenditrici/dirigenti. Donne che, come dice Charlotte Whitton "hanno dovuto fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà" ma che, ancora una volta, possono mollare in qualsiasi momento tutto per un figlio e che se devono scegliere tra amare e mangiare, forse, scelgono di amare. E lo farebbero nove donne su dieci. Il dato più sorprendente è che oltre l'80% delle donne italiane non ritiene che ci siano pari opportunità tra uomo e donna, tra le imprenditrici e le dirigenti il dato sale addirittura all'85%. Sarà forse perché, nonostante tutte le difficoltà, le donne, costrette a dover scegliere tra figli e carriera, scelgono ancora i figli. L'indagine, da qualunque parte la si guardi, non presenta dati entusiasmanti per l'universo femminile: promozioni maschili ‘immeritate', la responsabilità della casa e dei figli, scarsità di ruoli di potere, pochissimo tempo da dedicare a se stesse e ai propri interessi-È questa la fotografia della realtà. È tutto maledettamente così, parola di donna. Le donne si destreggiano tra mille difficoltà e impegni, ma diversamente da quanto si possa pensare, il lavoro femminile è una necessità solo per un terzo delle donne italiane, mentre per la maggioranza è una fonte di autodeterminazione, di autonomia e di realizzazione Interessante il fatto che il 30% del campione viva il lavoro come un piacere, percentuale che sale al 37% tra le dirigenti/imprenditrici. Un lavoro che piace ma che è ancora in lotta aperta con le pari opportunità: 8 donne su 10 ritengono che attualmente non ci siano pari opportunità tra uomo e donna. Le donne si sentono discriminate su diversi livelli, nella possibilità di fare carriera (il 60% del campione e più del 70% delle donne dirigenti/imprenditrici), nel riconoscimento delle proprie capacità ( 1 donna su due) e nel diritto di fare figli (più della metà delle donne tra i 25 e i 44 anni). Il problema sembra accentuarsi nel caso di mansioni di responsabilità e più del 50% delle dirigenti/imprenditrici ha visto assegnare un ruolo o una promozione importante ad un uomo seppure lo meritasse una donna. E che dire dei figli e della casa? Cosa accade dentro le mura domestiche alla sera quando le donne rientrano dopo giornate lavorative intense? Sono sempre loro che si occupano di tutti gli aspetti pratici della famiglia secondo più della metà del campione. È nella gestione dei figli che le donne si sentono più supportate dagli uomini (oltre il 40%), supporto che diminuisce nettamente nelle faccende domestiche (10/11%) e, contro il comune pensare, rimane basso anche in cucina (11%). Parlando di scelte fra carriera e figli, per oltre il 70% delle donne è la famiglia ad essere al primo posto e solo 1 donna su 10 sceglierebbe la carriera a scapito di un figlio. Ma le donne credono ancora in una società migliore? Quasi il 60% delle donne ritiene che, nonostante tutto, la situazione della donna nella società negli ultimi 20 anni sia migliorata e una percentuale di poco più bassa, circa il 50%, ritiene che continuerà a migliorare anche nei prossimi 20 anni. Ma solo il 20% del campione ritiene che il miglioramento sia una conseguenza delle battaglie femminili, per le restanti il merito va all'evoluzione della società tutta (40/50%) e alle istituzioni (19%). Grande assente la politica Le grandi battaglie per le pari opportunità sono ancora tutte da fare. Se già la strada per farsi posto nel mondo del lavoro è in salita, si deve aggiungere la grande attenzione che le donne devono dedicare a se stesse e alla propria immagine, fondamentale per la carriera per oltre il 90% delle donne. Solo il 20% del campione risponde che le donne rinunciano alla propria femminilità per agire come gli uomini, mentre più della metà ritiene che anche nelle donne di potere vinca la femminilità. Per la metà delle donne consultate la cura di sé è un piacere, ma per 1/5 è vissuta come una necessità o un obbligo sociale. Riescono a dedicarci mediamente 31 minuti al giorno e qualche volta sforano nel week-end, ancora una volta si attinge tempo dalla famiglia più che sottrarlo al lavoro! Cera di Cupra ha anche indagato su quanto le donne di oggi si sentano rappresentate da alcune tra le figure di donna che si sono rese protagoniste in diversi ambiti professionali e sociali. Il campione delle 1000 donne ha indicato Cristina Comencini, simbolo delal sensibilità, Emma Marcegaglia, simbolo della serietà e Geppi Cucciari (che scavalca Giovanna Melandri e Giovanna Mezzogiorno), perché essere donan significa anche e soprattutto capacità di ridere e di ridersi sopra. Tra le imprenditrici la classifica delle testimonial preferite è la seguente: Marcegaglia, Comencini, Melandri e Mezzogiorno. La Cucciari scende al quinto posto. E a proposito di donne, 'Cera di Cupra', marchio della Farmaceutici Dottor Ciccarelli, ha premiato quattro giovani studentesse dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dell'Università Luiss di Roma e delle Università di Trento e di Siena con una borsa di studio del valore di 10.000 euro. Il bando della borsa di studio si è focalizzato sull'interpretazione da parte delle studentesse dell'essere donna oggi, con particolare riferimento al tema delle pari opportunità.