A scuola col grembiule
la ministra: "Perché no?"
In fila per due col resto di uno. Tutti neri o bianchi o azzurri, vedremo. L'importante è sembrare uguali. Lo ha chiesto alla ministra per l'Istruzione, Mariastella Gelmini, la sua compagna di banco a Montecitorio, l'ex giornalista del tg4 Gabriella Giammanco. E la ministra ha risposto: "Perché no". Gli scolari col grembiulino, dunque, potrebbero riaffollare le aule scolastiche. "È un fatto di ordine ma anche di uguaglianza sociale tra ragazzi, soprattutto ora che va tanto di moda l'abbigliamento firmato già in giovanissima età. Dare pari condizioni di partenza può essere una proposta interessante", ha detto la ministra. Ordinati, puliti e tutti uguali, dunque. Ben felici saranno i genitori. I ragazzi, però, c'è da scommettere di no. Loro a quell'età nei vestiti ci mettono la creatività e ci si cuciono sopra una personalità. Esagerando, anche. Ma perché tarparli. E perché insistere, poi, con questa storia del "tutti uguali": chi di noi vorrebbe essere uguale agli altri, nel bene e nel male? E perché allora dobbiamo pretendere che ai nostri figli essere uguali agli altri piaccia? Le divisioni sociali, poi, esistono: e non si cancellano certo con una divisa, sotto il grembiule restano, nella testa, nella cultura, nella socializzazione di tutti. Se uno è ricco resta ricco col grembiule. Un poveretto pure. Perché negare la realtà, anziché aiutare i ragazzi a superarla? Il dibattito è aperto. Diteci la vostra.