Tra i prigionieri palestinesi rilasciati c'è l'attivista 22enne Ahed Tamimi. La scrittrice, membro di una famiglia importante del villaggio di Nabi Salih in Cisgiordania, è considerata un simbolo della resistenza contro l'occupazione israeliana attraverso azioni di protesta e di confronto con i soldati israeliani da quando aveva circa 11 anni. Tamimi è stata condannata a otto mesi di prigione per aver schiaffeggiato e preso a calci un soldato israeliano nel 2017 dopo che suo cugino quindicenne era stato colpito alla testa con un proiettile di gomma durante una protesta. L'incidente è stato filmato, portando alla fama mondiale l'attivista. La giovane è stata nuovamente arrestata nel novembre di quest’anno per presunto incitamento sui social media in seguito all’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas. L'esercito israeliano ha affermato che Tamimi era sospettata di incitamento alla violenza e di appello ad attività terroristiche.L'arresto sembrava correlato a un post su Instagram di un account a nome dell'attivista, che faceva riferimento a Hitler e prometteva di "massacrare" gli israeliani. La famiglia Tamimi ha dichiarato che Ahed non ha scritto il post, sostenendo che proveniva da uno delle tante dozzine di account che la impersonificavano o dal risultato di un hackeraggio.
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