“Garofani” è la parola della settimana: non il fiore, ma il cognome del consigliere del Quirinale finito nel ciclone per le frasi pronunciate durante una cena romana. Tre legislature nel PD alle spalle, un ruolo istituzionale presente e un commento privato che diventa caso nazionale: serve un’alleanza di tutta l’opposizione e forse uno scossone per fermare la Meloni. Da qui si apre il paradosso italiano: la caccia al complotto, le richieste di smentite, le interpretazioni fantasiose – fino al presunto “agente russo” in terrazza pronto a registrare. Nel mezzo, chi difende il “diritto alla privacy” di un discorso fatto davanti a sedici persone e chi accusa il centrodestra di vedere fantasmi. Nel nuovo episodio de La parola di Pietro, Senaldi analizza il cortocircuito politico-mediatico della settimana: la sinistra che difende le frasi rubate quando riguardano gli altri, ma invoca il silenzio quando riguardano i propri; il Quirinale costretto a ricomporre; le narrazioni che oscillano tra gaffe, strategia e fantapolitica. Un episodio che fotografa l’Italia per quello che è: un Paese in cui un garofano scatena un putiferio, e dove ogni parola diventa subito un caso nazionale.



