A pochi minuti dall'inizio di 'Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk' di Dmitrij èostakovic, la tradizionale 'Prima' della Scala, a Milano, è stata preceduta da una protesta delle associazioni pro-Pal, radunate in alcune centinaia tra piazza della Scala e Palazzo Marino. Su un palco improvvisato, gli attivisti hanno inscenato una performance satirica che metteva in scena la premier Giorgia Meloni - ribattezzata per l'occasione 'Lady Mac Melon' - insieme ai ministri Giuseppe Valditara e Alessandro Giuli e al sindaco Giuseppe Sala. "Al Teatro alla Scala va in scena il primo spettacolo della stagione teatrale, un tripudio di lusso, di sfarzo, di cultura che può far calare il silenzio su due anni di genocidio, 77 anni di occupazione, su una città che cade a pezzi. Mentre il sindaco si presenta alla prima della Scala pagando un biglietto che costa più di mesi di affitto in questa città", ha scandito il performer al microfono. Nel corso dell'azione dimostrativa, presentata come "una prima diffusa", gli attivisti hanno spiegato: "Oggi va qui in scena uno dei tanti appuntamenti della prima diffusa, la prima popolare che porta in atto il teatro delle complicità. Ci scusiamo se non abbiamo gli stessi allestimenti del Teatro alla Scala, se non abbiamo quinte mobili, orchestre, corpi di ballo o famosi tenori. Purtroppo il ministro Giuli ha detto che non c'era abbastanza pensiero solare nel nostro copione, quindi i fondi non ci sono". L'attacco più duro è stato rivolto alla presidente del Consiglio: "Lady Mac Melon del distretto è venuta qui a ricordarci come la cultura non serve a niente, o meglio, non tutte le culture servono. Quelli come lei dicevano, Libro e Moschetto, fascista perfetto". Tra fumogeni e slogan, sul palco sono comparsi anche i personaggi caricaturali del ministro Valditara - vestito da militare -, del ministro Giuli, del sindaco Sala e di Tancredi Catella, l'imprenditore coinvolto nell'inchiesta sull'urbanistica a Milano.



