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Il Papa: pace Israele-Palestina

"Non negare mai la Shoah"

Silvia Tironi
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Prosegue il viaggio di Benedetto XVI in Terrasanta. Questa mattina il Santo Padre è arrivato in Israele, dove è stato accolto dal presidenteisraeliano Shimon Peres e dal primo ministro Benyamin Netanyahu. La prima tappa del viaggio israeliano del papa è Gerusalemme, vestita a festa in onore del Santo Padre. Gerusalemme rappresenta indubbiamente la prima tappa della fase più delicata del pellegrinaggio cominciato in Giordania. Le prime parole pronunciate da Ratzinger sono state rivolte agli ebrei, invitati a fare pace con i palestinesi. Ma le sue parole non sono state accolte molto bene dalla JihadIslamica, che considera la visita di papa Benedetto XVI in Terra Santa "un regalo agli occupanti israeliani". Mai negare la Shoa - Durante la visita a Yad Vashem, il memoriale dell'Olocausto, Ratzinger ha reso omaggio alle vittime delle persecuzioni, i cui nomi, ha sottolineato, non devono mai "perire" e le cui "sofferenze" non devono "essere mai negate, sminuite o dimenticate". Il papa ha definito l'Olocausto una "orrendatragedia", e ha auspicato che "ogni persona di buona volontà possavigilare per sradicare dal cuore dell'uomo qualsiasi cosa capace diportare a tragedie simili a questa". Non bisogna "permettere mai più -ha detto - che un simile orrore possa disonorare ancora l'umanità". "Pace con i palestinesi" - "Sfortunatamente l'antisemitismo continua a sollevare la sua ripugnantetesta in molte parti del mondo e ciò è inaccettabile", ha sottolineato il Ponteficie questa mattina, arrivando in Isralele, e ah supplicato "ogni sforzo per combatterel'antisemitismo dovunque si trovi, e per promuovere il rispetto e lastima verso gli appartenenti ad ogni popolo, razza, lingua e nazione intutto il mondo. Tragicamente il popoloebraico ha sperimentato le terribili conseguenze di ideologie chenegano la fondamentale dignità di ogni persona umana". Quindi ha ricordato i 6milioni di ebrei vittime della Shoah: Pregherà affinchè l'umanitànon abbia mai più ad essere testimone di un crimine di simileenormità". La pace in Terra Santa è ancora lontana ma proprio per questo è giusto e necessario compiere ogni sforzo affinchè israeliani e palestinesi possano goderedi due patrie dai confini sicuri e riconosciuti a livello internazionale. "Anche se il nome Gerusalemme significa 'città della pace' è del tutto evidente che per decenni la pace ha tragicamente eluso gli abitanti di questa terra santa. Gli occhi del mondo sono sui popoli diquesta regione, mentre essi lottano per giungere ad una soluzione giusta e duratura dei conflitti che hanno causato tante sofferenze. In unione con tutti gli uomini di buona volontà - haaggiunto - supplico quanti sono investiti di responsabilità ad esplorare ogni possibile via per la ricerca di una soluzione giusta alle enormi difficoltà, così che ambedue i popoli possano vivere in pace in una patria che sia la loro, all'interno di confini sicuri ed internazionalmente riconosciuti". La JihadIslamica contro il papa - Ma la JihadIslamica, gruppo sunnita che Israele considera un'organizzazioneterroristica, ha espresso oggi la sua disapprovazione per il viaggio delPontefice; in una notarilanciata dal sito del quotidiano 'Jerusalem Post', il gruppo condannaproprio la tappa in Israele, che sarebbe stata organizzata "ignorando lesofferenze del popolo palestinese".La Jihad Islamica ha quindi ribadito lasua protesta per le parole sul profeta Maometto pronunciate da papa BenedettoXVI nel settembre del 2006 all'Università di Ratisbona, che suscitaronopolemiche in tutto il mondo islamico. Secondo il gruppo, dal papa devonoancora arrivare scuse ufficiali. E non si sta dimostrando certo conciliante con Ratzinger neppure la città di Nazareth (dove Benedetto XVI si recherà il prossimo 14 maggio), dove questa mattina è apparso un poster con la scritta 'Il papa nonè benvenuto'. La tv satellitare al Arabiya, che riporta la notizia,riferisce anche del duro attacco dello sheikh Maqam Shahabiddine, imamdella moschea, proprio accanto alla chiesa dell'Annunciazione dellacittà a nord di Israele. «Il papa ha sferrato una crociata control'Islam - ha detto l'imam che si definisce 'salafita' -, ha benedettogli americani che stanno uccidendo i nostri fratelli musulmani in Iraqe Afghanistan e ha stretto un'alleanza con i macellai di Gaza quando ilsangue palestinese è ancora fresco». Una sigla che si fa chiamare"Ansar Allah" (Partigiani di Dio ndr) ritenuta vicina all'imam hadistribuito in città un volantino in cui chiede ai musulmani diGerusalemme di «impedire al papa di entrare sulla spianata dellemoschee». Visita stortica - Quella del papa "è una visita storica", ha dichiarato il primocittadino di Gerusalemme, Nir Barkat, parlando di un avvenimentoimprontato "al dialogo, alla pace e alla tolleranza", ed elencando leinfrastrutture realizzate in occasione del pellegrinaggio papale edestinate a restare in futuro a disposizione dei turistie dei cittadini. Una visita che ha auspicato possa essere il volano dinuove 'ondate' di pellegrini cristiani, in una città che è apertaa riceverli e dar loro il benvenuto". Analogo il messaggio del sindacodi Nazareth, Ramsi Jaraisy, che si è detto convinto che la presenzadel Papa si rivelerà un contributo alla pace e una spinta "allacessazione di ogni forma di violenza nella regione, oltre che uncatalizzatore di sviluppo economico. Una presenza - ha concluso - chetutti in Israele, ebrei e arabi, musulmani e cristiani, possonoconsiderare un onore". Il programma del papa in Israele prevede, trale tappe principali, incontri interreligiosi con rappresentantidell'Ebraismo e dell'Islam e le soste al Muro del Pianto e sullaSpianata delle Moschee. Ma anche lo sconfinamento nei territoripalestinesi, a Betlemme, una grande messa a Nazareth del 14 e unmomento di preghiera nella basilica del Santo Sepolcro. Il saluto alla Giordania - Congedandosidalla Giordania il Papa ha voluto "incoraggiare tutti i giordani, siacristiani sia musulmani, a costruire sulle solide fondamenta dellatolleranza religiosa che rende capace i membri delle diverse comunitàdi vivere insieme in pace e mutuo rispetto". Papa Ratzinger ha anche definito "un giorno particolarmente luminoso"la sua visita alla moschea Al-Hussein ed ha "apprezzato" l'impegno delre nel dialogo interreligioso. E ha voluto anche ricordarele "iniziative politiche lungimiranti della Giordania per costruire lapace in tutto il Medioriente". "Sappiate - ha concluso - che io portonel mio cuore il popolo del regno hascemita e tutti coloro che vivonoin questa regione: prego perché abbiate la gioia della pace e dellaprosperità, adesso e per le generazioni future, ancora una volta,grazie, e che Dio vi benedica tutti". Nel corso di una breve cerimonia, re Abdallah II, "a nome di tutti i giordani" ha ringraziato il papa "per l'onore che ha concesso al nostro Paese".  

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