Europee, duello Silvio-Dario
Il Cav: col voto via le calunnie
“È un pesce fuor d'acqua,non sa neppure in quale gruppo sedersi al Parlamento europeo”. Il nuovo atto dellabattaglia politica (sconfinata nel privato) tra Silvio Berlusconi e DarioFranceschini si è svolto durante la trasmissione ‘Telecamere'. Il premier tentaun nuovo affondo nei confronti del Partito democratico, mettendo a nudo il suoruolo in Europa,: “Non sa neppure in quale gruppo sedersi al Parlamento europeo”, se la ride Berlusconi, secondo il quale,dopo le elezioni per l'europarlamento, il Pd si dividerà “in tre tronconi. Lasinistra sa di non contar nulla in Europa. Noi, al contrario, se prenderemo trail 43 e il 45 per cento, come indicano certi sondaggi, costituiremo il gruppopiù grande del Ppe: là dove si decide noi saremo i decisori in Europa. Potremmoessere coloro che indicano le rotte del Parlamento europeo, tutelando gli interessidell'Italia in Europa”. Quindi il capo del governo invita gli italiani “che nonhanno un ideologia di sinistra immodificabile, a considerare che se danno ilvoto a piccolo partito sotto la soglia del 4 per cento, lo disperdono”. Eavvisa: “Se danno il voto a partiti che avranno al massimo 3-4 deputati, essinon conteranno niente. Bisogna andare in Europa con un gruppo forte che conti nelpanorama forte. Anche il Pd si sta spezzando in tre tronconi e dopo il voto lofarà”. Dallo stesso palcoscenico arrivala replica del segretario del Pd. Franceschini, in particolare, si sofferma sullapercentuale di voti che si attende alle prossime europee: “Non esiste lasoglia: la soglia è un gioco dei giornalisti. Io mi aspetto che gli elettori,gli italiani confermino che credono nella necessità per il Paese di avere unagrande forza riformista che contrasta il Popolo della Libertà, che garantiscela qualità della democrazia italiana. E a quelli che sono stati nei nostriconfronti anche delusi, magari si aspettavano che avvenisse tutto meglio più infretta, a loro dico: non è il momento dell'astensionismo”. Poi, intervenendo aduna manifestazione elettorale in provincia di Lucca, ha parlato dei toni dellacampagna elettorale: “Essere una forza riformista non significa non alzare lavoce. Quando è necessario abbiamo il dovere di alzare la voce così quando c'èda difendere la nostra Costituzione, le regole della convivenza democratica, lastampa libera in un Paese libero, in queste e in altre circostanze essere forzariformista può voler dire anche dover alzare la voce”.