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Rifondazione e Verdi

fuori anche da Strasburgo

Albina Perri
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La sinistra italiana, quella di Rifondazione comunista e del Pdci, e con lei i Verdi, è fuori dal Parlamento di Strasburgo, dopo essere stata estromessa dall'elettorato, poco più di un anno fa, anche dall'aula di Montecitorio e da quella di palazzo Madama. Nè l'alleanza tra il Pdci di Oliviero Diliberto e Rifondazione comunista di Paolo Ferrero, nè il cartello elettorale tra gli ex Prc del Governatore della Puglia Nichi Vendola e i Verdi del Sole che ride di Grazia Francescato, hanno infatti superato la soglia del 4% per accedere al Parlamento europeo, a conferma di uno stato di crisi della sinistra italiana e del movimento ambientalista che varca i confini nazionali e si ripercuote anche a livello europeo. Nelle elezioni per il rinnovo del Parlamento dell'Unione europea del 1999, Rifondazione comunista aveva ottenuto il 4,27% dei consensi; i Comunisti italiani avevano raccolto l'1,99% e il Sole che ride aveva ricevuto dagli elettori un consenso dell'1,75%, denotando ancora un soddisfacente appeal presso l'elettorato, che però si sarebbe irrimediabilmente affievolito, qualche anno dopo, fino alla debacle del 2008.

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