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Rischio attentati in metrò

Atm non assume marocchini

Fabio Corti
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 L'azienda milanese di trasporto pubblico, la municipalizzata Atm, dovrà difendersi davanti al Tribunale del lavoro. A citarla in giudizio è stato un elettricista marocchino di 18 anni, diplomato, che vorrebbe presentare il proprio curriculum all'azienda ma sa che èinutile perché il Regio decreto 148 del 1931, articolo 10, limita leassunzioni a chi ha la cittadinanza italiana o di altro paesedell'Unione europea. Lo stesso Elio Catania, presidente dell'azienda, s'era detto perplesso riguardo alla normativa: «Potrebbe valer la pena di rivederla. È superata, antistorica e totalmente inadatta ad aziende moderneorientate all'efficienza». Tuttavia, la memoria difensiva degli avvocati Alberto Rho e Claudia Muro recita: «Non v'è chi non veda che il servizio di pubblico trasporto involgadelicati aspetti di sicurezza pubblica, ed è particolarmente esposto,ad esempio, a rischi di attentati. E' proprio di questi giorni (del 5giugno 2009) la notizia, apparsa sulle maggiori testate giornalistiche, che cinque terroristi maghrebini avrebbero organizzato un attentato nella metropolitana milanese che avrebbe dovuto realizzarsi prima delle elezioni del 2006». Secondo loro «si può comprendere, dunque, se il Legislatore italianoha ritenuto di limitare l'accesso all'impiego nel settore dettandodeterminati requisiti, tra i quali quello della cittadinanza, ritenendo- forse - che il legame personale del cittadino allo Stato dia maggiorigaranzie in relazione alla sicurezza e incolumità pubblica».

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