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Veltroni flirta con la Lega:

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o il federalismo o la giustizia

Albina Perri
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Berlusconi e Gasparri da una parte, Veltroni e l'Associazione nazionale magistrati dall'altra. Sono le barricate nell'ambiente politico di queste ore in tema di giustizia, dopo le parole pronunciate dal presidente del Consiglio nel corso dell'intervento all'assemblea annuale della Coldiretti. Berlusconi ha infatti accusato di aver riportato in Parlamento “frange giustizialiste”: “Abbiamo rispettato la volontà di cambiare l'assetto politico dell'Italia dando vita ad una democrazia bipartitica. Dopo gli attacchi alla legge elettorale il risultato di quella legge è in Parlamento: fuori le estreme e solo due gruppi, maggioranza e opposizione. Per un errore dell'opposizione però sono presenti frange estreme e giustizialiste che molto spesso ci fanno disperare in Parlamento”. Nel frattempo ance il capogruppo al Senato del Pdl, Maurizio Gasparri, dai microfoni di Radio radicale prendeva di mira il Consiglio superiore della magistratura parlando di “cloaca del Csm correntizzato, partitizzato e parcellizzato, uno scandalo che offende gli italiani”. Le repliche di Veltroni per il Pd e dell'Anm per i magistrati non si sono fatte attendere. “Berlusconi c'è ma il berlusconismo è finito”, ha dichiarato il segretario del Pd, “nel senso che non è più capace di interpretare e rispondere alle esigenze dell'economica italiana”. E l'Italia “deve rimbalzare” dal precipizio in cui sta finendo. Ma c'è spazio anche per un "corteggiamento" alla Lega. Riprendendo le parole del premier che indicavano come priorità del governo la riforma della giustizia, sucistando i malumori di Umberto Bossi, Veltroni ha dichiarato: "Lo dico alla Lega, se si vuole proseguire con il federalismo bisogna evitare commistioni indebite con una riforma della giustizia che favorisce pochi cittadini", ha affermato da Milano minacciando la rottura di un eventuale dialogo sul federalismo fiscale se il governo inserirà riforme al sistema giudiziario come l'immunità parlamentare. Alle parole di Gasparri ha ribattuto invece Luca Palmara, presidente dell'Anm, definendo quella dell'esponente del Popolo della libertà una “invettiva volgare e qualunquista”. Tornando a Berlusconi, il premier ha ribadito che il prossimo anno verrà affrontata la questione del partito unico di centrodestra: “Nel gennaio 2009 ci sarà un grande congresso tra An, Forza Italia e gli altri partiti minori che si fonderanno per dar vita a un grande movimento di tutti quei cittadini che non si riconoscono nella sinistra. Il partito della libertà in Europa sarà parte integrante dei popolari europei”.

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