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Il raìs ritarda, salta l'incontro

Lo schiaffo di Fini a Gheddafi

Silvia Tironi
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Un ritardo imperdonabile. Per questo motivo il presidente della Camera Gianfranco Fini, che oggi pomeriggio alle 16.30 avrebbe dovuto vedersi con il leader libico Gheddafi, ha deciso di annullare l'incontro previsto alla Camera. Dopo aver atteso nel suo studio circa dueore, Fini è arrivato nella sala della Lupa e ha dichiarato: "Considerato cheil ritardo di due ore di Muammar Gheddafi non è stato giustificato inalcun modo per questa ragione nel pieno rispetto dell'istituzione nonsi terrà alcuna iniziativa. Considero annullata la manifestazioneassumendomene la responsabilità nel pieno rispetto di quello cheritengo sia il ruolo del Parlamento in una democrazia". Un grandeapplauso della sala della Lupa ha chiosato le parole del presidenteFini. A replicare a Fini, indirettamente, è stato Massimo D'Alema che, lasciandoMontecitorio insieme a Giuseppe Pisanu, ha spiegato i motivi del mancato arrivo di Gheddafi: "Non si è sentitomolto bene e ora io e Pisanu ci stiamorecando da lui a visitarlo. Ci ha fatto sapere che avrebbe piacere disalutarci". E proprio durante l'incontro con i due politici il leader libico "si è scusato per l'accaduto", ha detto Pisanu. Il discordo non fatto di Fini - Nel discorso suo  'mancato', Fini avrebbe attaccato duramente il raìs soptrattutto in materia di migranti, diritti umani e Stati Uniti, ieri tacciati da Gheddafi di essere terroristi al pari di Osama Bin Laden. "Ledemocrazia, a partire da quella americana, possono sbagliare, ma certonon possono essere paragonate ai terroristi", si legge in un passaggiodel discorso del presidente della Camera. E in un altro punto Fini auspica "che unadelegazione dei deputati italiani possa recarsi presto in visita acampi libici di raccolta degli immigrati, per verificare il rispettodei diritti fondamentali dell'uomo, sanciti dalle Nazioni Unite e dalTrattato di Bengasi, con particolare riguardo ai richiedenti asilo e aiperseguitati politici". Discorso a Confindustria - Questa mattina il premier libico ha tenuto un discorso a Confindustria, durante il quale ha rassicurato gli imprenditori: “Le imprese italiane avranno in Libia la priorità, qualsiasi fabbisogno dell'Italia in Libia avrà la priorità”. Tranne quelle che vorranno corrompere: "Noi abbiamo fatto la rivoluzione oltre che contro il colonialismo, anche contro la corruzione. Sono molto sensibile sotto questo aspetto".  ha detto. Parole, queste, che sono state accolte con entusiasmo da Emma Mercegaglia: “Credo proprio di poter dire che siamo in presenza di una svolta nei rapporti bilaterali”. Il presidente di Confindustria ha sottolineato l'importanza della presenza sia delle imprese italiane in Libia, (da Eni a Enel, da Trevi a Impregilo, da Tecnimont a Finmeccanica, solo per citarne alcune), sia della presenza libica in Italia. Il tema della donna - Gheddafi oggi ha anche parlato della condizione della donna, e lo ha fatto con il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna: "Nel mondo arabo e islamico la donna è come un pezzo di mobilio che si può cambiare quando vuoi e nessuno chiederà perchè lo hai fatto". E questa situazione, ha aggiunto il leader libico, nel corso dell'incontro con il ministro e un migliaio di donne rappresentanti delmondo dell'imprenditoria, delle istituzioni e della politica, "è orrenda eincita alla rivoluzione. Io sono a fiancodella donna a livello del mondo. Non dobbiamo sopraffarla, deveprendere gli stessi diritti dell'uomo". Quindi ha aggiunto: "Ho visto donne molto grandi nellastoria d'Italia. Tra queste Matilde Serao che ci ha lasciato più diquaranta libri" ha poi detto il Colonnello libico. "Conoscete la storiadella fioraia morta tra i fiori?" ha chiesto Gheddafi, aggiungendo "cercatela e leggetela. Se non ce l'avete vi mando il libro". Gheddafi ha poi cambiato completamente genere e tra le donne italianefamose ha citato Claudia Cardinale.

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