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La Russa: in Afghanistan

invieremo 200 carabinieri

Albina Perri
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Saranno 200 i carabinieri che nei prossimi mesi raggiungeranno l'Afghanistan. L'annuncio è stato dato del ministro della Difesa Ignazio La Russa che ha questa mattina ha avuto modo di parlare al presidente del Consiglio Berlusconi, di ritorno dal viaggio negli Stati Uniti, dove ieri ha incontrato Barack Obama. Tra i temi affrontati dai due, c'era anche quello della presenza italiana nel Paese asiatico. Durante la visita a Djakovica, in Kosovo, La Russa ha dichiarato: “Ho incontrato questa mattina in aeroporto il presidente Berlusconi, che mi ha raccontato del grande successo ottenuto con la sua visita negli Stati Uniti”. “Mi ha confermato – ha proseguito La Russa – che non vi è stato alcun impegno ulteriore nel numero dei soldati italiani da inviare in Afghanistan, oltre a quello già annunciato (400 soldati più 50 Carabinieri, più aerei ed elicotteri con i relativi equipaggi)". "Opereranno come addestratori" - D'altra parte “si è parlato di un aumento dei carabinieri” dal momento che il governo italiano preme perché l'Afghanistan si possa dotare “di forze di polizia e forze armate in grado di gestire da sole il territorio”. In questo senso, l'apporto di altre 200 unità sarebbe fondamentale per assicurare l'organizzazione e la professionalità richieste. "Meno legami per il nostro contigente" - Il ministro si è quindi soffermato sulle regole che i nostri militari saranno tenuti a seguire. Come già anticipato ieri alla vigilia dell'incontro alla Casa Bianca, “il contingente italiano non ha più caveat, i limiti previsti all'impiego dei militari”. In compenso, “abbiamo un remark, una nota, che ci consente di essere informati con sei ore di anticipo e di dare il nostro assenso, qualora venisse richiesto, all'uso delle nostre forze fuori dalla zona Ovest dell'Afghanistan”. Una eventualità che si è verificata raramente, anche perché negli ultimi mesi è proprio la zona Ovest del Paese che ha bisogno di maggiori apporti, “visto l'aumentata pericolosità e l'incremento degli scontri nell'area”.

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