Video-testamento di un malato
"Non accanitevi, voglio morire"
Treviso – Dopo il caso di Piergiorgio Welby e di Eluana Englaro si torna a parlare di testamento biologico. Questa volta a dettare le proprie volontà in modo chiaro e inequivocabile è un uomo affetto da dieci anni da sclerosi laterale amiotrofica (Sla), una grave malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso che influisce in modo predominante sui neuroni motori. Per manifestare in modo diretto il proprio desiderio di sospendere le cure mediche (cioè l'alimentazione e la respirazione forzata) al degenerare della malattia, Paolo Ravasi, 48 anni, documenta il proprio testamento biologico in un video che a partire da questo pomeriggio è visualizzabile sul sito dell'Associazione Luca Coscioni (www.lucacoscioni.it) e su quello di Radio radicale (radioradicale.it). L'uomo, che da quattro giace immobile in un letto d'ospedale e che ora è ricoverato in una clinica nei pressi di Monastier, nel trevigiano, non ha dubbi sulla propria scelta e chiede formalmente che le sue volontà siano rispettate: “'Chiedo il rispetto della volontà dei malati da parte dello Stato e del Vaticano. Quando sarà il momento vorrei che venissero staccati i macchinari che mi tengono in vita, vorrei spegnermi serenamente come Piergiorgio Welby, perchè la fine che mi aspetta è quella di morire di fame e di dolore. Questa non è vita, noi malati non siamo liberi”. In caso dell'approssimarsi della propria morte, Ravasi, incapace di muoversi e attaccato a un ventilatore che gli permette di respirare, ha ritenuto opportuno rendere pubbliche le sue volontà affinché, nel momento cruciale, non sorga alcun dubbio circa i suoi desideri: “Nel momento in cui non fossi più in grado di mangiare o di bere attraverso la mia bocca, oppongo il mio rifiuto a ogni forma di alimentazione e di idratazione artificiali sostitutive della modalità naturale. Tale rifiuto è da ritenersi efficace anche nella circostanza in cui perdessi qualsivoglia capacità di esprimere e ribadire la mia volontà”. E sulle probabili reazioni da parte del Vaticano, contrario a qualunque forma di eutanasia o sospensione delle cure mediche, Ravasi afferma convinto: “'Io ho bisogno della misericordia di Gesù, non di quella del Vaticano. Sono comunque un cattolico praticante”.