Scuola, il ministro Gelmini:
meno spese nei prossimi anni
Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ribadisce che bisogna “razionalizzare” la spesa pubblica, anche nella scuola. Lo fa dai microfoni di “Radio anch'io”, quando ha annunciato che ci sarà un taglio intorno al 7% che si traduce in 87mila posti in tre anni. La situazione della scuola italiana “è molto grave, vicina al collasso: il 97% della spesa è in stipendi; la qualità della scuola non dipende da quanto, ma da come si spende”, ha affermato il ministro. Ecco quindi la ricetta: “87.000 posti in 3 anni, il 7% della spesa: non possiamo più rimandare, non ha senso difendere lo status quo”. Parola che hanno riacceso la polemica sull'istruzione pubblica. Dall'opposizione arriva l'accusa che la Gelmini si stia impegnando a smantellarla e si aggiungono le frecciatine dopo l'articolo di Gian Antonio Stella sull'esame di stato per avvocato sostenuto dal ministro in Calabria, sede dove i numeri dimostrano come sia più facile superare l'ostacolo. “Altro che merito e pungo di ferro, oggi si capisce bene come il ministro Gelmini predichi bene e razzoli male”, dichiara Alberto Losacco del Partito democratico. “Pensare che andare al Sud a fare l'esame da avvocato sia una scorciatoia non si sposa certo bene con la retorica della scuola severa e del grembiule che Gelmini ci propina ogni giorno”, continua il parlamentare che rincara la dose, “si sarebbe potuta sottoporre all'esame tranquillamente anche a Brescia, no? O forse lei appartiene alla elite o alla casta di quei privilegiati nomadi alla ricerca dell'esame facile, i turisti della promozione assicurata? Che dovrebbero dire tutti quegli studenti che studiano sodo al Sud come al Nord, non cercano aiutini e magari pagano per questo?”. La difesa arriva da Francesco Pasquali, coordinatore nazionale dei Giovani per la libertà – Forza Italia: “La scuola non può continuare ad essere un enorme ufficio di collocamento pubblico. Il ministro Gelmini sta restituendo dignità e valore all'istruzione puntando sulla qualità e non più sulla quantità. Solo una scuola che premi la meritocrazia, in cattedra come tra i banchi può assicurare alle nuove generazioni gli strumenti per competere”. Catastrofico lo scenario tratteggiato dall'assessore all'Istruzione della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini: “La nuova scuola del ministro Gelmini rappresenta, in realtà, un ritorno al passato. In poco più di un mese ci si appresta infatti a cancellare alcuni capisaldi dell'istruzione pubblica, a cominciare dalla scuola primaria, da sempre considerata una delle eccellenze del sistema scolastico a livello europeo”. “I cittadini”, continua Simoncini, “devono sapere che, dal prossimo anno, i bambini di prima saranno riconsegnati alle famiglie a mezzogiorno e mezzo. Chi potrà, farà ricorso a doposcuola o altre attività, chi non potrà permetterselo si affiderà alla tv o alla strada”. A promuovere il maestro unico alle elementari è invece l'Ugl: la scelta del ministro aiuterà il bambino “a trovarsi più facilmente a proprio agio”, fanno sapere del sindacato. “Ci lamentiamo di fenomeni come il bullismo, l'assenza di punti di riferimento, di valori educativi, tornare a mettere dei punti fermi alla base della crescita dei bambini è un modo per contrastarli. Per questo credo che siamo di fronte ad una misura che non solo va accettata ma anche condivisa”, è la convinzione del segretario generale, Renata Polverini.