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Riforme, Bonaiuti tende la mano a sinistra

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"Ripartiamo dalla bozza Violante"

Albina Perri
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 In questi giorni ha ripreso vita ildibattito sulle riforme, complice il tradizionale discorso di fine annodel presidente della Repubblica. Napolitano ha parlato di necessità di"avviare riforme condivise", in un paese che ha fatto della"solidarietà" la sua parola chiave. E a riprendere le fila dellaquestione, oggi, accorre Paolo Bonaiuti: "Nelle parole del presidenteNapolitano c'è un chiaro invito allaricerca di un'intesa tra le forze politiche. Passare ai fatti èpossibile e si può partire anche dalla bozza Violante in Parlamento": ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. "C'èin tutti l'idea che la molla dell'odio debba finire e cedere il postoal dialogo e a un abbassamento dei toni", afferma Bonaiuti ai microfonidel 'Gr1'. "Il Presidente Berlusconi è determinato, molto positivo, stagià lavorando e penso che entro pochi giorni lo rivedremo ancora. Ilgoverno - conclude Bonaiuti - è impegnato anzitutto nel rilancio delsistema economico mentre si profila l'uscita dalla crisi globale che ciha colpito". La bozza Violante- Revisione del sistema bicamerale Abolizione del Senatoe istituzione in sua vece del "Senato federale della repubblica",attraverso la manomissione degli articoli 55, 57 e 58 dellaCostituzione. I suoi componenti non sono più eletti a suffragiouniversale ma dalle assemblee elettive regionali e dai consigli delleautonomie locali. Come dice il nome il nuovo organo è una direttaespressione del nuovo assetto federale della repubblica. Contemporaneamente,con la manomissione dell'articolo 56, si riducono il peso e i poteridella Camera. Il numero dei deputati scende da 630 a 500, e i suoipoteri legislativi vengono limitati alle materie di competenza generalee ai rapporti col governo. Anche il meccanismo di formazione delleleggi cambia radicalmente: sparisce il "bicameralismo perfetto" (doppiaapprovazione in entrambi i rami del parlamento), limitato alle soleleggi di tipo costituzionale, dei regolamenti e simili, mentre tutte lealtre sono a prevalente o esclusiva approvazione di uno solo dei rami. Forma di governo e rapporti governo-parlamento Con la modifica degli articoli 92 e 94 si aumentano i poteri del premier edel governo rispetto al capo dello Stato e al parlamento. A nominare ilpresidente del Consiglio è sempre il presidente della Repubblica, maquest'ultimo lo fa dopo aver "valutati i risultati delle elezioni perla Camera dei deputati": in pratica il premier è "eletto dal popolo" eil capo dello Stato si limita a una funzione notarile. Parimenti anchei ministri sono nominati e revocati dal capo dello Stato, ma "suproposta" del premier (cioè decide lui e il Quirinale ratifica), e nonci sono limiti a questo potere: il premier può cioè sostituire uno opiù ministri non solo come oggi quando lo impongano esigenze esterne,ma a suo insindacabile giudizio. Inoltre la fiducia è accordata non più al governo, bensì al presidente del Consiglio(governo del presidente), e non più da entrambe le Camere ma solo dallaCamera dei deputati. Con una modifica all'articolo 72 si consente poial governo di chiedere la priorità ai suoi disegni di legge e l'obbligodi essere votati entro date certe. Per sfiduciare il presidente delConsiglio occorre una mozione firmata da almeno un terzo dei componentidella Camera (adesso è un decimo) e deve essere approvata a maggioranzaassoluta. Non è ancora la "sfiducia costruttiva", per cui se cade il premier si torna alle urne, ma di certo si riduce di molto l'attuale potere del parlamento di sfiduciare il governo. Presidenza della Repubblica Conla modifica dell'articolo 83 viene cambiato il meccanismo dell'elezionedel capo dello Stato, con l'abolizione dei delegati regionali per viadell'introduzione del Senato federale. Il suo potere di scioglimentodelle Camere è limitato solo alla Camera dei deputati (non puòsciogliere il Senato federale) e il presidente della Camera esercitafunzioni di supplenza in caso di suo temporaneo impedimento. L'etàminima per essere eletto scende da 50 a 40 anni.

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