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"Amore e abbracci" per il Milan

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Leonardo come Gandhi

Monica Rizzello
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Sarebbero «amore e abbracci» lo schema di Leonardo per il Milan senza schemi fissi. La sfida di domani contro la Juve «non sarà determinante per lo scudetto», ma secondo l'allenatore del Milan, tra la trasferta di Torino, il derby e il recupero con la Fiorentina, «gennaio darà risposte molto importanti». Il tecnico brasiliano è convinto che «i momenti decisivi verranno più avanti, visto che manca l'intero girone di ritorno», e nel frattempo i rossoneri «dipendono dai passi falsi dell'Inter e dalla costanza di gioco: solo se manterremo una certa continuità - osserva - potremo andare avanti e vedere se c'è la possibilità di conquistare un piazzamento più importante del secondo posto». Intanto Leonardo arriva al big match con problemi di formazione: non ci saranno Seedorf e Zambrotta, il recupero di Pato «non è semplice» e restano in dubbio anche Pirlo, Beckham e Gattuso, tutti alle prese con un pò di fatica e qualche acciacco. «L'idea comunque è di mantenere la nostra filosofia di gioco», assicura Leonardo, che confida nella disponibilità della sua squadra di adattarsi. Il ct confessa, inoltre, di preferire la «strategia degli abbracci a quella del bastone e carota: hanno fatto così i miei genitori e i miei allenatori, e mi ha fatto bene. Amore e abbracci - conclude - danno più risultati, e inoltre si possono dare bastonate senza alzare la voce. Ghandi d'altronde ha liberato l'India senza alzare la voce...».

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