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Usa, risultati positivi contro l'obesità

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Il tasso di crescita sembra rallentare

Monica Rizzello
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Iniziano a dare i primi risultati positivi le iniziative per ridurre i grassi a tavola, favorire l'attività fisica e far conoscere il contenuto calorico dei cibi. Almeno negli Stati Uniti, alle prese da anni con un'epidemia di obesità: secondo gli ultimi dati, pubblicati online su “Jama”, nel 2007-2008 gli extralarge sono ancora molto numerosi nel Paese - circa un terzo della popolazione adulta è obeso - ma, per la prima volta negli ultimi decenni, il tasso di crescita dell'obesità sembra rallentare. È una novità importante, al punto che la pubblicazione della ricerca, condotta da Katherine Flegal di Centers for Disease Control and Prevention, è stata anticipata online, considerati i possibili riflessi sulla salute pubblica. Lo studio ha raccolto i dati relativi ad altezza e peso di 5.500 americani con più di 20 anni, confrontando i risultati con quelli degli anni '70, '80 e '90 del Novecento. È risultato che, se le percentuali degli extralarge sono sempre impressionanti, dal momento che il 68% dei cittadini è in sovrappeso oppure obeso, per la prima volta tra il 2000 e il 2008 i tassi di obesità non sono aumentati a livelli analoghi a quelli visti nei periodi precedenti. Come spiega Katherine Flegal, si tratta di un fenomeno rilevato «in particolare per le donne, ma possibilmente anche per gli uomini».

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