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Anche i filosofi fanno le primarie

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A Bologna è in scena Albertazzi

Monica Rizzello
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La “mania” per le primarie contagia la filosofia e il teatro, dove il vincitore è decretato da “elettori”, il pubblico in sala. Giorgio Albertazzi porterà infatti in scena in prima nazionale al Teatro Duse di Bologna “Filosofi alla primarie”, spettacolo in cui quattro filosofi si affronteranno su temi a tutto campo e il vincitore sarà decretato dai consensi degli spettatori registrati dall'applausometro. Gli sfidanti sono nomi di tutto rispetto: Platone contro Protagora (lunedì 18 gennaio), cui seguirà lo scontro tra Nietzsche e Papa Ratzinger (il 19). I due vincitori si affronteranno nella finale di mercoledì 20 gennaio. In scena solo Albertazzi, con in sottofondo le musiche di Pulp Fiction, anche se Roberta Caronia sarà la voce narrante che condurrà il pubblico attraverso i vari momenti dello spettacolo e spiegherà quei riferimenti inevitabili che potrebbero risultare indigesti perfino al pubblico più colto. Albertazzi, sdoppiandosi, farà interloquire gli autori sui diversi argomenti, ma avverte: «non aspettatevi che io faccia le vocine...». Pur dando una sua personale riscrittura e interpretazione dei filosofi, «starò ben attento a non far capire qual è il mio preferito». L'applausometro in sala decreterà ogni sera il vincitore: interprete e autore sono infatti pronti alla riscrittura del testo per la fase finale del match. Per la gara filosofica, l'autore Carlo Monaco, docente di filosofia prestato per anni alla politica, ha pensato a una struttura simile a una partita a scacchi: il confronto tra i filosofi simulerà le mosse dei pezzi della scacchiera, che rappresentano i paradigmi delle due contrapposte concezioni filosofiche. Gli alfieri, portabandiera, sono i valori di riferimento; i cavalli le procedure metodologiche; le altezze delle torri rappresentano la visione del futuro; la regina simboleggia il bene sommo; il re inevitabilmente la natura del potere politico. Albertazzi non teme che un “one man show”, su un tema filosofico e per giunta spalmato su tre serate, spaventi il pubblico bolognese: per il Maestro lo spettacolo è «una sfida con allegria e leggerezza», al punto da chiedersi retoricamente, «C'è Haiti e noi facciamo i filosofi? Una volta ero molto più immaturo. Avrei detto “no, dobbiamo fare altro”. Così nasce il finto teatro impegnato: “parliamo dello scontro tra Fini e Berlusconi...”. Ora invece dico che sta più nel pensiero e nella vita di noi tutti parlare della filosofia che non dello scontro Fini-Berlusconi», perchè, come concordano autore e inteprete, la filosofia greca aveva «già detto tutto», ma soprattutto perchè in scena «non si discute di Protagora o Platone, ma di noi e del nostro tempo», conclude Albertazzi.

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