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Napolitano riabilita Craxi: "Su di lui durezza senza uguali"

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De Magistris: "Uno sfregio alla storia del nostro Paese"

Michela Ravalico
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Lunga e accorata lettera del presidente Giorgio Napolitano alla famiglia di Bettino Craxi, all'indomani della commemorazione del decennale dalla sua scomparsa. "Voglio esprimere la mia vicinanza personale in un momento che è per voi di particolare tristezza, nel ricordo di vicende conclusesi tragicamente», scrive il presidente in una lettera inviata alla signora Anna Craxi. "La figura di Craxi non può venir sacrificata al solo discorso sulle responsabilità dell'onorevole sanzionate per via giudiziaria. Craxi va considerato come figura di leader politico - prosegue il Capo dello Stato - e di uomo di governo impegnato nella guida dell'Esecutivo e nella rappresentanza dell'Italia sul terreno delle relazioni internazionali. Il nostro Stato democratico non può consentirsi distorsioni e rimozioni del genere». Nella vicenda politica, ed umana,  di Bettino Craxi il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano,  ravvisa "aspetti tragici della storia politica e istituzionale della  nostra Repubblica, che impongono ricostruzioni non sommarie e  unilaterali di almeno un quindicennio di vita pubblica italiana".   Craxi ha lasciato un'impronta incancellabile -  in un complesso intreccio di luci e ombre - nella vita del nostro Stato democratico"Per la funzione che esercito al vertice dello Stato, mi pongo, cara signora, dal solo punto di vista dell'interesse delle istituzioni repubblicane, che suggerisce di cogliere anche l'occasione di una ricorrenza carica, oltre che di dolorose memorie personali, di diversi e controversi significati storici, per favorire una più serena e condivisa considerazione del difficile cammino della democrazia italiana nel primo cinquantennio repubblicano". Questo uno dei passaggi iniziali della lettera che Giorgio Napolitano. Il presidente richiama il discorso di Craxi alla Camera del 3 luglio '92, rilevando che "attorno al sistema dei partiti, che aveva svolto un ruolo fondamentale nella costruzione di un nuovo tessuto democratico nell'Italia liberatasi dal fascismo, avevano finito per diffondersi 'degenerazioni, corruttele, abusi, illegalita”, che con quelle parole, senza infingimenti, trovarono la loro più esplicita descrizione nel discorso pronunciato il 3 luglio 1992 proprio dall'on. Craxi alla Camera, nel corso del dibattito sulla fiducia al governo Amato. Ma era ormai in pieno sviluppo la vasta indagine già da mesi avviata dalla Procura di Milano e da altre. E dall'insieme dei partiti e dei loro leader non era venuto tempestivamente un comune pieno riconoscimento delle storture da correggere, nè una conseguente svolta rinnovatrice sul piano delle norme, delle regole e del costume".   Napolitano rileva tra l'altro che "si è ancora in attesa di riforme che soddisfino le esigenze a cui ci richiama la riflessione sulle vicende sfociate in un tragico esito per l'on. Bettino Craxi". "E' questo, cara Signora, il contributo che ho ritenuto di dover dare al ricordo della figura e dell'opera di suo marito, per l'impronta non cancellabile - conclude il Presidente della Repubblica - che ha lasciato, in un complesso intreccio di luci e ombre, nella vita del nostro Stato democratico". De Magistris, "sfregio alla Storia"- La riabilitazione di Bettino Craxi è uno "sfregio alla storia''. Lo scrive, in una nota, l'europarlamentare dell'Italia dei Valori, Luigi de Magistris. "Per un uomo politico e un leader di governo non c'è colpa peggiore di quella che lo vede macchiarsi di corruzione e clientele" scrive De Magistris. Una riabilitazione a posteriori non può cancellare le ombre sulla sua figura, continua, perché questo "sarebbe uno sfregio alla storia del nostro Paese e a chi crede ancora oggi nella legalità e nella giustizia, oltre che nella Politica''. Soddisfazione della famiglia - "Il messaggio del Capo dello Stato scolpisce una parola di verità e giustizia su Bettino Craxi". È il primo commento fatto da Bobo Craxi, durante la registrazione della trasmissione Porta a Porta, al messaggio inviato dal Quirinale "Tramite il Capo dello Stato voglio ringraziare anche tutti i cittadini italiani con cui in queste ore, in questi giorni, abbiamo discusso attorno alla figura di Bettino Craxi con maggiore serenità, con senso di giustizia e partecipazione. Questa discussione è stata fatta - ha concluso Craxi - sia da amici, che da vecchi compagni ma anche da avversari politici. Rendendo come è giusto alla persona gli onori e discutendone anche gli errori, ma facendolo con serenità». L'ex pm di Mani Pulite - "Preferisco non intervenire. Non voglio fare alcuna polemica con il capo dello Stato". Così il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, contattato telefonicamente, risponde a chi gli chiede delle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano su Bettino Craxi. Oggi, mentre tutti fanno a gara per ricordare la figura dell'on. Craxi come un esempio dell'Italia che fu, noi dell'Italia dei Valori invece preferiamo ricordare la figura del giornalista Beppe Alfano. E preferiamo stare vicino alla sua famiglia, perchè anch'egli è morto, ma non da latitante, bensì ammazzato perchè denunciava coloro che commettevano i reati, invece che commetterli". Oggi, mentre tutti fanno a gara per ricordare la figura dell'on. Craxi, noi dell'Italia dei Valori preferiamo ricordare la figura del giornalista Beppe Alfano. Le opinioni di Bersani e Ferrero -  "Credo che la figura di Craxi,  che è ancora un elemento di contraddizione nel giudizio politico e  storico, non richieda una politica dei gesti ma necessiti di una riflessione fatta con serenità meditata che riesca a mettere meglio  in equilibrio i pesi e le misure di quella figura che è stata  importante e che ha segnato certamente elementi di innovazione". E' questa l'opinione del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Secondo Bersani, "bisogna stare attenti a che la politica dei gesti possa invece riproporre ancora  delle divisioni, delle lacerazioni". Per Paolo Ferrero, portavoce della Federazione della Sinistra, "Il governo e la maggioranza di centrodestra cercano di riscrivere la storia del nostro Paese, in modo orwelliano, a partire dalla sfrenata riabilitazione della figura e dell'azione del leader del Psi Bettino Craxi". "Si tratta di un'operazione vergognosa quanto subdola", afferma Ferrero. «Craxi - aggiunge - non fu un grande statista nè un grande riformista, ma un politico di cui ci si dovrebbe vergognare e non da santificare, stante il rispetto per l'uomo e per il fatto che parliamo di una persona scomparsa. Craxi, infatti, diede il via a una vera e propria politica anti-operaia con il taglio della scala mobile, sfondò il bilancio dello Stato facendo esplodere il deficit pubblico per curare clientele di partito, fece della corruzione un vero e proprio sistema politico. Niente di cui gloriarsi, ma tutte cose di cui ci si dovrebbe vergognare, politicamente».

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