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Scienziati italiani vogliono riportare in vita l'uro

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Enorme bovino originario estinto

Monica Rizzello
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Nonostante abbiano fatto la fine del dodo e del mammut, ci sono piani per riportare in vita i bovini giganti, un animale da bestiame, con enormi corna, che un tempo – circa 400 anni fa - vagava per le foreste d'Europa. L'uro (Bos primigenius Linnaeus, 1758) è una specie di grande bovino estinto, molto diffuso originariamente in Europa. Il nome scientifico originario dell'animale, Bos primigenius, è una traduzione latina del termine tedesco Auerochse o Urochs, che venne interpretato (forse incorrettamente) alla lettera come «bue primitivo» o «proto-bue». Ora, alcuni scienziati italiani sperano di utilizzare l'esperienza genetica e allevamento selettivo dei moderni bovini selvatici per ricreare l'uro, che pesava circa una tonnellata ed era alto quasi 2 metri al garrese. Gli scienziati dicono di aver creato per la prima volta una mappa del suo genoma: «Siamo stati in grado di analizzare il DNA dal materiale osseo conservato, e creare una mappa approssimativa del suo genoma, che ci dovrebbe permettere di allevare animali quasi identici», ha detto Donato Matassino, presidente del Consorzio di Biotecnologie Sperimentali di Benevento. «Abbiamo già fatto il nostro primo ciclo di tre incroci tra razze autoctone in Gran Bretagna, Spagna e Italia. Ora dobbiamo solo aspettare i vitelli e vedere come va a finire». L'ultimo uro è scomparso dalle isole britanniche nell'Età del Ferro, e la razza è stata dichiarata estinta nel 1627, dopo che una femmina è morta nelle foreste della Polonia. Nei dipinti trovati sulle pareti delle grotte, come quella di Lascaux in Francia e di Altamira in Spagna sono raffigurati, dipinti in ocra e carbone, esemplari di uro, molto importanti per la sopravvivenza degli uomini primitivi. Cesare li ha descritti nel De bello gallico come animali «di dimensioni un po' sotto l'elefante» e una preda preferita di caccia delle tribù germaniche. Dopo aver occupato un posto importante nel folklore teutonico, l'uro rimane un simbolo della tradizione in molti paesi e città d'Europa. Nell'antichità, addirittura, uccidere un uro era visto come una grande dimostrazione di coraggio. L'ultima volta che ci fu un tentativo di ricreare l'animale è stato per ordine esplicito di Hitler, che ordinò a un paio di zoologi tedeschi di ricreare l'uro, come parte del credo del Terzo Reich in superiorità razziale ed eugenetica. Herman Goering sperava di utilizzare l'uro per popolare una vasta riserva di caccia, che progettava di creare nei territori conquistati dell'Europa orientale. Molti genetisti comunque sostengono che se il nuovo animale potrà assomigliare al suo antico antenato, saranno però geneticamente due specie molto diverse: «Ci sono un certo numero di razze rare che sono stati riportati alla luce negli ultimi anni, come il maiale Cumberland - ha detto il dottor Claire Barber - Ma il nostro punto di vista è che ciò che è stato ricreato è qualcosa che assomiglia a una razza antica, ma che non è geneticamente lo stesso». Se il progetto italiano avrà successo, si solleveranno sicuramente questioni su cosa fare con un animale, che vanta dimensioni e temperamento simile a un rinoceronte irritabile: «Anche il bestiame selvatico che abbiamo oggi è molto difficile da gestire, e un uro sarebbe ancora più difficile» ha detto Barber, anche perché: «L'uro era significativamente più grande di qualsiasi tipo di bestiame in esistenza e sarebbe potenzialmente pericoloso».

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