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Ebrei: "Vogliamo il nostro cognome"

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Il Consiglio di Stato francese vieta il ritorno alle origini

Eleonora Crisafulli
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Gli ebrei francesi vorrebbero recuperare il loro cognome d'origine, ma una legge lo vieta. Negli anni '50, all'indomani della seconda guerra mondiale, per paura di un nuovo Olocausto e per l'antisemitismo latente, molte famiglie rifugiate in Francia rinunciarono al loro cognome, nascondendo la loro origine dietro un nome francesizzato:  i Rozenkopf si fecero chiamare Rosen, i Wolkowicz Volcot. Ma oggi le nuove generazioni vogliono tornare indietro, recuperare ciò che i loro genitori avevano rinnegato. A impedirglielo, in un paese in pieno dibattito sull'identità nazionale, è il Consiglio di Stato. Sebbene la legge autorizzi la francesizzazione di un cognome straniero, in nome dell'integrazione, il Consiglio, in base a una norma arcaica, vieta il processo inverso. Stanchi di anni di tentativi senza successo, i francesi ebrei si sono riuniti nell'associazione “Forza del nome”, nata per iniziativa di alcuni intellettuali, e si sono rivolti ad uno studio legale. L'avvocato Nathalie Felzenszwalbe sottolinea che gli ebrei reclamano solo “un riavvicinamento simbolico alle loro radici, vogliono il recupero del cognome come traccia concreta della storia spesso drammatica dei loro genitori, e non hanno nessuna intenzione di rimettere in questione la loro identità repubblicana”. Secondo il legale, il loro cognome non sarebbe meno francese di quello dei baschi o dei bretoni. Il collettivo inoltre si avvarrà degli atti che riconoscono l'implicazione dello Stato francese nella deportazione degli ebrei: la Francia avrebbe accettato la “francesizzazione per riparare in qualche modo ai torti che gli ebrei subirono durante il collaborazionismo”. Il Consiglio di Stato ha già annunciato che esaminerà le domande dei cittadini caso per caso, ma che la legge non verrà modificata.

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