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Apple salverà il giornalismo

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Notizie online a pagamento, come le canzoni su iTunes

Maria Acqua Simi
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Tra il free  (gratis) e il fee (a pagamento), l'ago della bilancia pende sempre più verso il secondo. Il mondo dei media sembra aver capito che l'unica salvezza è dare servizi buoni, ma a pagamento. Lo dimostrano tre notizie. La prima è che in questi giorni la Apple presenta il suo nuovo lettore elettronico. Sul nome si fanno tre ipotesi: iPad, iTablet, iSlate. Un oggetto molto cool, molto trandy e che diverrà immediatamente molto indispensabile. La seconda, è che Youtube (made in Google) affitterà i film online mettendoli in streaming. Numero tre: da oggi, giovedì 21 gennaio, il New York Times tornerà a far pagare i suoi contenuti online.  Il quotidiano della Grande Mela ha perso la battaglia "democratica" di far leggere le news gratis a tutti gli utenti, e si mette in coda al Wall Street Journal e al Financial Times nel rimettere le notizie pubblicate sui loro siti internet nuovamente a pagamento.  Insomma, sembra proprio che i colossi dell'editoria si siano coordinati. E forse, da qui, verrà il vero rilancio dell'informazione e del giornalismo mondiale. Partiamo dall'ultima novità di Apple. Con l'iTablet Steve Jobs scommette di essere in grado di ridisegnare le attività legate all'editoria e alla televisione nello stesso modo in cui l'Ipod ha ridisegnato l'industria della musica. Con l'iTablet Steve Jobs scommette di essere in grado di ridisegnare le attività legate all'editoria e alla tv nello stesso modo in cui l'Ipod ha ridisegnato l'industria della musica. Lo storico magnate della tecnologia ha infatti affermato, in un'intervista resa al  Wall Street Journal, che la Apple avrebbe allo studio anche una versione sul web del software iTunes, iTunes.com, che potrebbe esordire il prossimo giugno, e che consentirebbe agli utilizzatori di effettuare acquisti sulla popolare libreria attraverso internet, senza passare attraverso il programma iTunes su computer o iPhone. «Nello sviluppare l'iTablet, Apple si è concentrata sul ruolo che lo strumento potrebbe avere nelle case e nelle classi. L'iTablet potrebbe essere condiviso all'interno da diversi membri dello stesso nucleo familiare per controllare le email, ma anche per leggere notizie». La società di recente ha avuto contatti con editori, magazine e quotidiani per valutare come lavorare insieme. In particolare, Apple avrebbe avuti contatti con il New York Times, Conde Nast Publications e News Corp sui contenuti dell'iTablet. Trattative sarebbero state avviate anche con network televisivi, quali Cbs e Walt Disney, per un abbonamento mensile alla tv via iTablet. «Ma gli sforzi di Jobs nel riconfezionare e rivendere contenuti media non sono privi di difficoltà - osserva il Wall Street Journal - come dimostrano le resistenze di alcuni operativi televisivi via cavo» alle sue iniziative. Perché se nella testa della gente Internet è ancora qualcosa di gratuito, mentre per le notizie cartacee si paga, in realtà il giochino potrebbe durare poco Eppure, ci si trova davanti ad un'autentica rivoluzione. Perché se nella testa della gente internet è ancora qualcosa di gratuito, mentre per le notizie cartacee si paga, in realtà il giochino potrebbe durare poco. E rilanciare quindi la qualità dell'informazione. La domanda sorge spontanea: perché se il NYT propone dei contenuti validi, anche online, deve perderci economicamente? I lettori sono quindi avvisati: cartaceo e online non farà più molta differenza.

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