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Crocifisso in aula, Letta fa ricorso

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Rimosso dal CSM il giudice anti-crocifisso

Eleonora Crisafulli
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«Il governo sta facendo il possibile per contrastare gli effetti della sentenza della Corte Europea sul crocifisso». Così il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta ha annunciato il ricorso, che «l'Italia presenterà con abbondanza di documentazione e di argomentazioni», contro la decisione di Strasburgo. Per mettere a punto il ricorso, ieri mattina si è tenuta una riunione al ministero degli Esteri, in cui si è deciso che il governo «chiederà il rinvio della sentenza alla Grande Camera della Corte stessa». La sentenza è un grave torto alle tradizioni del nostro PaeseLetta, intervenendo alla sede dell'ambasciata presso la Santa sede alla presentazione del volume “I viaggi di Benedetto XVI in Italia”,  ha dichiarato infine: «Abbiamo fiducia che la Corte ripari a quello che ci appare come un grave torto alle tradizioni del nostro Paese. Abbiamo fiducia anche perché è stato facile per l'Italia sollecitare la solidarietà, il consenso e la partecipazione al giudizio davanti alla Grande Camera della Corte di Strasburgo anche di molti altri paesi d'Europa che stanno venendo sempre più numerosi a sostegno dell'azione italiana». Il plauso di Bagnasco - «È da apprezzare decisamente questa iniziativa del governo italiano, rispetto alla sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, per quanto riguarda l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche». Con queste parole il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ha commentato l'annuncio del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.  Il cardinale ha spiegato che la scelta del governo «è da lodare e sostenere, come risulta anche da parte di altri paesi europei che si stanno aggiungendo a questa iniziativa, perché la sentenza veramente va contro non solo all'oggettività della storia europea ma anche al sentire popolare, della gente. Mi pare che sia un chiedere di riequilibrare rispettosamente questa sentenza rispetto alla realtà della gente». La sentenza - Lo scorso novembre la Corte europea dei diritti dell'uomo ha accolto il ricorso di Soile Lautsi,  cittadina italiana di origine finlandese residente ad Abano Terme, che chiedeva alla scuola “Vittorino da Feltre” la rimozione del crocifisso. La sentenza ha stabilito che l'esposizione del crocifisso in classe è «contraria al diritto dei genitori di educare i figli in linea con le loro convinzioni e con il diritto dei bambini alla libertà di religione. La presenza del crocifisso, che è impossibile non notare nelle aule scolastische, potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso, che avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione». Tutto questo, secondo i giudici di Strasburgo, «potrebbe essere incoraggiante per gli studenti religiosi, ma fastidioso per i ragazzi che praticano altre religioni, in particolare se appartengono a minoranze religiose, o che sono atei». La Corte «non è in grado di comprendere come l'esposizione, nelle classi delle scuole statali, di un simbolo che può essere ragionevolmente associato con il cattolicesimo, possa servire al pluralismo educativo che è essenziale per la conservazione di una società democraticà così come è stata concepita dalla Convenzione, un pluralismo che è riconosciuto dalla Corte costituzionale italiana». Il caso del giudice anti-crocifisso - Luigi Tosti, il giudice di Camerino (Macerata) accusato di omissione di atti d'ufficio per essersi rifiutato di celebrare le udienze del Tribunale di Camerino a causa della presenza del crocifisso in aula, ha subito una durissima sanzione sezione disciplinare  del Consiglio superiore della magistratura, che questa mattina ha esaminato il caso: rimozione dall'ordine giudiziario. Tosti era stato assolto un anno fa dalla Cassazione dopo una condanna in primo grado. È stato lo stesso Luigi Tosti a chiedere di essere rimosso dall'ordine giudiziario durante l'udienza. Il giudice, che da anni si batte per la rimozione del crocifisso dalle aule di giustizia e che aveva fatto togliere il simbolo dall'aula in cui operava, nel tribunale di Camerino, ha spiegato ai consiglieri che il procedimento poteva concludersi solo con due soluzioni alternative: ''O date ragione a me e rimuovete i crocifissi da tutte le aule di giustizia italiane, oppure non potete far altro che cacciarmi dalla magistratura'' ha detto in sostanza il giudice. La disciplinare del Csm, che in passato aveva già sospeso Tosti ha scelto la seconda strada. Ora il giudice potrebbe chiedere di essere assunto dalla Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo.

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