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La Cassazione legittima il vaffa al vigile

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E' il caso di un medico che per una visita cardiologica urgente aveva lasciato l'auto in divieto

Michela Ravalico
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Il vaffa al vigile non è reato. In casi estremi, di vita o di morte, si può mandare a quel paese l'agente di polizia se ci ha fatto una  contravvenzione. Il via libera arriva dalla Cassazione che, però, precisa:  l'insulto sarà perdonato solo nel caso in cui la  multa sia stata fatta ad un automobilista che abbia "contingenze  prioritarie che prevalgano su ogni altra esigenza". Il caso è quello di un medico, chiamato per una visita cardiologica urgente, che aveva lasciato la macchina in divieto e, vedendo i vigili fargli la multa, si era rivolto loro dicendo: "fatemi la  contravvenzione e io vi farò vedere l'inferno". La difesa di Antonio C. ha fatto  ricorso con successo in Cassazione sostenendo che in questo caso  doveva scattare "l'esimente dell'adempimento del dovere" non  escludibile "in ragione dello scarso livello di sensibilità  dimostrato verso la difficile opera di controllo del traffico e delle  esigenze della collettività".   

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