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Veneto, 1 immigrato su 3 parla il dialetto

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Una ricerca in regione: l'85 per cento ritiene che sia utile. E in una scuola d'infanzia di Treviso già si insegna

Maria Acqua Simi
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Un immigrato su tre in Veneto ritiene che, insieme all'italiano, anche il dialetto dovrebbe essere obbligatoriamente studiato a scuola. Lo afferma una ricerca dell'istituto Quaeris, svolta su un campione di 600 immigrati residenti nella regione (300 studenti e 300 lavoratori). La notizia, data dal Gazzettino, sembra paradossale. Eppure chi lavora pensa che la conoscenza del dialetto veneto sia indispensabile per integrarsi meglio e per conoscere i propri diritti in tema di contratti e sicurezza. Chi studia guarda alla conoscenza del dialetto come un modo per relazionarsi con i coetanei, ad esempio in discoteca. Tra i lavoratori stranieri, l'85% ritiene il dialetto utile per il contesto lavorativo e le relazioni nel territorio. Tra i 600 intervistati, il 26% ha affermato di aver "dovuto" imparare la lingua veneta, il 74% di "averla voluta" imparare. Il sondaggio è stato commissionato a Quaeris dalla fondazione "Ispirazione" e dalla cooperativa "Insieme si può" di Treviso, che nella scuola d'infanzia da loro gestita e nei corsi professionali prevedono già l'insegnamento del dialetto.

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