Italia nucleare
Il Consiglio dei Ministri: via alla scelta dei siti su cui costruire gli impianti. Ma dalle Regioni fioccano i no
Il nucleare è più vicino. Le Regioni sul cui territorio si potranno costruire impianti verranno scelte grazie al regolamento stabilito mercoledì. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il decreto legislativo sulla disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché misure compensative e campagne informative al pubblico. L'obiettivo del governo è di arrivare a coprire il 25 per cento del fabbisogno nazionale, allentando la fame di petrolio della penisola: l'Italia è il settimo importatore al mondo di petrolio. Negli scorsi mesi parecchie regioni, tra cui Sicilia e Sardegna, si sono definite "denuclearizzate", per impedire di essere scelte dal governo quali possibili territori su cui costruire. Il decreto approvato "si caratterizza per la trasparenza e il rispetto assoluto della sicurezza delle persone e dell'ambiente". Lo ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. Scajola ha sottolineato che "individuato il percorso per il riavvio del nucleare, i primi lavori nei cantieri partiranno dal 2013 e la produzione di energia elettrica dal 2020". Secondo il memorandum d'intesa tra Enel e la francese Edf, la prima centrale nucleare nazionale diventerà operativa per il 2030. Secondo il memorandum d'intesa tra Enel e la francese Edf, la prima centrale nucleare nazionale diventerà operativa per il 2030: è prevista, inoltre, la costruzione di altri tre impianti. Per quella data si stima che la spesa nel mondo per i reattori arriverà a mille miliardi di dollari: un affare d'oro, quello della corsa verso il nucleare civile. Gli impianti italiani saranno sviluppati da una società d'oltralpe, Areva (controllata indirettamente dall'Eliseo al 90 per cento): saranno centrali Epr (European pressurized reactor) in grado di garantire 1600 Megawatt. Si tratta della terza generazione di impianti nucleari: rispetto alle precedenti, è differente il sistema di raffreddamento e garantisce standard di sicurezza più elevati. Areva costruirà undici dei 41 impianti in cantiere nell'Unione europea, dove il 27 per cento dell'energia arriva dall'atomo: il primo progetto di Epr in fase di realizzazione, l'impianto finlandese di Olkiluoto, sarà consegnato con un ritardo di tre anni e spese lievitate del 25 per cento. Il no delle Regioni - Sarà perché siamo in piena campagna elettorale per le Regionali, ma ad oggi non c'è un'amministrazione regionale che abbia gridato all'entusiamo sulla questione dell'atomo e dichiarato di volere una centrale sul proprio territorio. Un problema non da poco, con cui il governo dovrà confrontarsi. Dopo i no "scontati" di Puglia, dove Nichi Vendola sta puntando da anni sulle rinnovabili. I no di Sardegna e Sicilia (che in quanto regioni a Statuto speciale saranno più dure da espugnare). I no di Campania, Toscana e Piemonte, pure la filo governativa e industrializzata Lombardia ha detto no. Lombardia - “In Lombardia per ora non abbiamo bisogno di centrali nucleari, tant'è vero che già gli anni scorsi avevamo fermato dei progetti in itinere”, ha detto il presidente della Regione, Roberto Formigoni, sottolineando come sul fronte energetico la Regione sia “molto vicina all'autosufficienza. La scelta italiana, però, di aprire al nucleare è positiva - ha concluso Formigoni - perchè è una tecnologia sicura ed è quindi giusto andare in quella direzione”. Friuli - "Ho fondate informazioni che le caratteristiche del nostro territorio sono tali da escludere la realizzazione del nucleare" in Friuli Venezia Giulia ha detto il presidente della Giunta regionale Renzo Tondo. "Ciò anche per ragione di sismicità". Quanto all'indicazione di Monfalcone come possibile sito, secondo Tondo, "ne ha parlato solo il verde Bonelli". Il presidente del Friuli Venezia Giulia ha ricordato di essere in generale favorevole al nucleare, ma, ha aggiunto, "non accetto oggi di essere posto davanti a un'affermazione ideologica se sì o se no" rispetto alla scelta di un impianto da collocare eventualmente in Friuli. Veneto - Il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia ha votato a favore dei criteri sul nucleare in Consiglio dei ministri, ma esclude la possibilità di una eventuale collocazione di siti nucleari in Veneto.