Cerca
Cerca
+

Angelo Izzo su Facebook

default_image

Lo stupratore e assassino del Circeo è registrato come "personaggio pubblico" e ha cinquanta fans

Eleonora Crisafulli
  • a
  • a
  • a

Angelo Izzo è un "personaggio pubblico" di Facebook. Il cosiddetto "mostro del Circeo", condannato per due volte all'ergastolo e detenuto nel carcere di Velletri (Roma), è registrato sul famoso social network come "personaggio pubblico", al pari di star dello spettacolo e nomi noti della politica e delle istituzioni. Non si può chiedere la sua amicizia, ma si può solo "diventare suoi fan". Ad oggi gli "ammiratori" sono circa cinquanta. Il profilo - L'ex pariolino ha una pagina con tanto di foto scattata durante l'ultimo processo, nessun accenno agli omicidi commessi tra le informazioni personali, ma il riferimento allo stupro di Donatella Colasanti e Rosaria Lopez: «Studente di medicina insieme ad un paio di amici, nel 1974, aveva violentato due ragazzine ed era stato condannato a soli due anni e mezzo di reclusione che comunque non scontò nemmeno in parte essendogli stata concessa la sospensione condizionale della pena». Il massacro del Circeo - L'episodio è tragicamente noto: insieme a Gianni Guido e Andrea Ghira, Angelo Izzo sequestrò le due ragazze e, all'interno di una villetta del Circeo, le stuprò e seviziò con la massima ferocia. Poi i tre ragazzi della Roma bene uccisero Rosaria Lopez e credettero di aver ucciso anche Donatella Colasanti. La giovane spaventata si salvò invece fingendosi morta. Trenta anni dopo, nel dicembre del 2004, ottenne la semilibertà dal carcere di Campobasso per andare a lavorare in una cooperativa. Il 28 aprile dello stesso anno, reiterò i reati: in una villetta di Ferrazzano uccise Maria Carmela e Valentina Maiorano, moglie e figlia di Giovanni Maiorano, ex affiliato, poi pentito, della Sacra corona unita, conosciuto in carcere. Seppellì i loro corpi nel giardino della casa.  Il mostro del Circeo fu quindi condannato nuovamente all'ergastolo, con sentenza confermata nei due successivi gradi di giudizio.  

Dai blog