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Fatto e rifatto

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Appunti/ di Filippo Facci

Albina Perri
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Ieri il nostro quotidiano preferito, Il Fatto, per errore ha pubblicato un editoriale di Marco Travaglio che era già uscito il 18 febbraio: e nessuno per un bel po' s'è accorto della differenza. L'editoriale giusto è poi uscito sul sito web L'anteFatto (già ribattezzato il PostFatto) e la simpatica svista pare sia dovuta a coincidenze fatali e irripetibili: entrambi gli editoriali eccezionalmente parlavano male di qualcuno; inoltre trattavano, ironia della sorte, entrambi di giustizia; entrambi erano curiosamente, poi, a favore della magistratura. Secondo una sommaria ricostruzione, l'editoriale del 18 febbraio era già stato recitato ad Annozero del 26 gennaio 2008, era uscito su l'Unità del 13 aprile 2006, compariva nel libro «Papi» dello scorso luglio, era stato declamato al «Vaffa day» dell'8 settembre 2008 ed è stato recitato a teatro giovedì: il dvd dovrebbe uscire a momenti.  E' rimasto invece assolutamente unico il titolo pubblicato da Il Fatto del 25 febbraio, pagina 2: «Il clan degli onorevoli», sottotitolo «E' il nostro Parlamento ma sembra la Chicago di Al Capone: tutti gli uomini mandati da Cosa Nostra per fare il lavoro». Sarebbero: Marcello Dell'Utri (condannato in primo grado), Nicola Cosentino (indagato), Salvatore Cintola (archiviato quattro volte), Saverio Romano (archiviato) e basta. Quattro persone, un solo condannato in primo grado. Ergo, il Parlamento è come la Chicago di Al Capone.

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