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Si è spento Alfredo Todisco

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Il giornalista e scrittore è morto lunedì al Policlinico di Milano all'età di 90 anni

francesca Belotti
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Il giornalista e scrittore  Alfredo Todisco, autore di romanzi nei quali ha dipinto complesse  situazioni psicologiche e sentimentali, si è spento morto lunedì al Policlinico di Milano all'età di 90 anni. Lo ha annunciato oggi la famiglia,  precisando che per rispettare la sua volontà non ci sarà cerimonia  funebre. Nato a Melfi, in Basilicata, nel 1920, Todisco era cresciuto  a Trieste, dove aveva stretto un intenso rapporto con il poeta Umberto Saba. Aveva esordito nel giornalismo a Roma nel 1949, collaborando con “Il Mondo" di Mario Pannunzio. Successivamente entrò nella redazione dell'"Europeo" di Arrigo Benedetti, per diventare in seguito  corrispondente e inviato speciale della "Stampa" e del "Corriere della Sera". Fortemente influenzato dall'opera dello scrittore triestino Italo Svevo e dalla psicoanalisi, in particolare grazie all'amicizia  con Cesare Musatti, Alfredo Todisco ha fatto dell'amore l'eterno tema  dei suoi romanzi, dove appare come “carnalità inquieta ed  infiammata”. Ha pubblicato i romanzi “Irene in Africa” (Zigiotti,  1950), “Il corpo” (Rusconi, 1972, finalista al Premio Viareggio), “Storia naturale di una passione” (Rizzoli, 1976), “La prima  spiaggia” (Rizzoli, 1978), “Un seduttore pentito” (Rizzoli, 1983), “Rimedi per il mal d'amore” (Mondadori, 1991, fortemente influenzato da Musatti), “Odio d'amore” (Mondadori, 1992), “L'alba delle  passioni” (Mondadori, 1994). “La bambinaia” (Mondadori, 1996) è  l'ultima opera narrativa in cui fa la comparsa un ambiguo erotismo. Alla sua attività giornalistica sono legati i  libri “Viaggio in India” (Einaudi, 1962), “Campionario”  (Vallecchi, 1966), “Animali addio” (Sei, 1973), “Breviario di  ecologia” (Rusconi, 1974), “Ma che lingua parliamo” (Longanesi,  1984) e “Taccuino africano” (Mondadori, 1987).

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