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Sinistra in piazza contro Napolitano

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Sabato manifestazione per protestare contro il dl salvaliste. Ma la presenza dell'Idv rischia di trasformare tutto in un attacco al Capo dello Stato

Maria Acqua Simi
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Sabato 13 la sinistra scende in piazza. L'appuntamento è per le 14 in piazza del Popolo, a Roma. Pd, Idv, Radicali. Tutti insieme. "Scenderemo in piazza per un'altra Italia", dicono loro. "Dopo le leggi ad personam per tutelare interessi privati del premier, ecco che si fanno le leggi su misura per le liste regionali del Pdl per sanare i pasticci provocati dai loro dirigenti locali. Il trucco c'è e si vede", fanno sapere dalla segreteria del Pd.  E Bersani si affretta a precisare:  “Lasciamo fuori il Presidente Napolitano. Non è il suo mestiere entrare nel merito dei decreti. Il governo ha la responsabilità di questo decreto. È  a lui che bisogna rivolgersi”. Ma il leader del Pd non ha fatto i conti con le altre forze in campo: Italia dei Valori e Radicali. Ancora: Le parole d'ordine della manifestazione, romana, che comincerà alle 14 a piazza del Popolo, saranno democrazia, legalità e lavoro e la protesta contro il dl salva-liste si coniugherà con la denuncia dell'inadeguatezza del governo di fronte alla crisi economica.E qualche giorno fa, i leader del Pd hanno tenuto a chiarire che la protesta è diretta "esclusivamente contro il governo" e che "il Quirinale non deve essere coinvolto in nessun modo". Radicali: situazione drammatica, dove lo Stato non riesce a rispondere ad esigenze che non siano di regime Confusione a sinistra- Peccato che Tonino e i suoi non la pensino esattamente allo stesso modo. Perché la verità è che l'inghippo c'è pure a sinistra, e non ci vuole molto a svelarlo. Mentre il leader del Pd dimostra cautela, specie nei confronti del Capo dello Stato, l'Idv urla allo scandalo. Senza mezzi termini. E il fatto è che saranno tutti insieme, in piazza, questo sabato.  I radicali, che pochi giorni fa si ponevano il  "dilemma delle scelte da assumere: se sia possibile tuttora continuare a giocare, in una situazione in cui lo Stato non riesce a rispondere ad esigenze che non siano di Regime" e poi l'Idv, che vede Napolitano come fumo negli occhi. In poche parole, a sinistra c'è una bella confusione:  il Pd invoca la legalità, ma questo movimento di piazza rischia di trasformarsi in attacco neanche troppo velato alla prima carica dello Stato.  Per dare l'idea del livello, riportiamo le dichiarazioni di Di Pietro di questi ultimi giorni. Non siamo soliti riportare un testo per intero, ma per dovere di cronaca questa volta facciamo un'eccezione.  E vi proponiamo il testo integrale della dichiarazione che appare sul sito dell'Idv. Di Pietro- "È davvero inconcepibile e democraticamente pericolosa la giustificazione data dal Presidente della Repubblica ai due cittadini sul sito del Quirinale. Napolitano si è giustificato sostenendo che il decreto era necessario per permettere al Pdl di partecipare alle elezioni nel Lazio e in Lombardia. C'è stata la volontà di favorire solo uno dei giocatori, e questo comportamento non è da arbitro imparziale, come richiederebbe il ruolo di Napolitano. Chi si rifiuta di ammetterlo è un pavido Perché questa regola non è valsa per tutte le altre forze politiche non ammesse anche in altre Regioni per mancanza di requisiti? E perché, da cinquanta anni a questa parte, nessuno dei precedenti Presidenti della Repubblica ha mai avallato una simile soluzione pur essendosi presentati centinaia e centinaia di casi analoghi? Perché permettere tutto questo scempio del diritto, dopo che molti esponenti del Pdl, pochi giorni fa sul caso di Bologna, hanno sostenuto che un decreto era inappropriato e incostituzionale? Tra l'altro ciò si è verificato in una situazione in cui non c'era bisogno di alcun provvedimento, come si è visto nei casi delle liste Formigoni e Polverini, dove l'intervento giudiziario ha consentito la riammissione delle liste. Il decreto è stato uno sfregio alla legalità e alla democrazia apportato da un governo parafascista. La verità è una ed una sola: c'è stata la volontà di favorire solo uno dei giocatori, e questo comportamento non è da arbitro imparziale, come richiederebbe il ruolo ricoperto da Napolitano. E chi si rifiuta di ammetterlo è un pavido o un ipocrita, giacché nessuno può impedire che un Presidente della Repubblica venga criticato quando compie atti incomprensibili e inaccettabili".

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