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Via Poma, giallo senza fine

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"L'assassino è a piede libero e non è Busco". Le dichiarazioni del criminologo Bruno aprono nuovi interrogativi

Maria Acqua Simi
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Quello di via Poma sembra essere destinato a rimanere un delitto irrisolto. Troppi i colpi di scena, troppi gli anni passati. Prima venne sospettato Raniero Busco, fidanzato di Simonetta,  scagionato e da poco ancora al centro delle indagini. (nella foto con la sorella di Simonetta). Anche su Pietrino Vanacore, portinaio dello stabile dove venne rinvenuto il corpo della ragazza, si concentrarono i sospetti degli inquirenti, ma nel 1993 venne prosciolto. Ma vent'anni di dubbi sono troppi, e così ieri, Bonacore si è suicidato. Ed è da qui che partono le rivelazioni del criminologo Francesco Bruno. Un suicido, spiega Bruno, che  "tranquillizza ulteriormente il vero omicida anche perché  l'assassino di Simonetta è ancora libero". Vanacore si è tolto la vita, a pochi giorni dal 12 marzo quando avrebbe dovuto testimoniare nel processo che vede imputato l'ex fidanzato della vittima. "Questo suicidio tranquillizza ulteriormente e va certamente a favore del vero omicida che io non penso essere Busco - spiega il criminologo - Secondo me l'omicida è una persona il cui nome è nei fogli processuali, entrato nelle indagini ma favorito da un alibi: io ritengo che l'orario della morte di Simonetta fu interpretato male, che in realtà sia morta dopo l'orario fissato e che cio' abbia favorito l'alibi di questa persona". Le indagini non furono fatte bene, ci furono un mare di inesattezze, depistaggi...bisognerebbe ripartire da via Poma anche se oggi, dopo 20 anni, è molto difficile".

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