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Silvio al telefono: "Un piano per uccidermi"

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Ecco di cosa si lamentava il premier intercettato: "Pronto un attentato fuori da Palazzo Chigi, a Ghedini e famiglia spediscono buste con proiettili"

Albina Perri
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Michele Santoro e Tonino Di Pietro sono «fabbriche di odio» secondo Silvio Berlusconi, che alla fine del 2009 si confida al telefono con Giancarlo Innocenzi: «È venuto fuori che volevano farmi un attentato accostando una macchina alla mia nel percorso da casa a Palazzo Chigi». Non solo, a parte le misure di sicurezza che nell'inverno scorso hanno “blindato” il premier per due giorni, il Cavaliere racconta delle ripercussioni piombate addosso anche al suo avvocato, vittima di un pericoloso  effetto domino: «Oggi Ghedini ha ricevuto una cosa con cinque pallottole in cui gli dicono che lo aspetta un caricatore intero», dice Silvio in tono preoccupato, «gli hanno rovinato la vita: dicono che sarà per lui» e per tutta la famiglia, menzionando i posti che «frequenta il figlio». Gravissime minacce, a quanto pare, che sarebbero scattate a ridosso di trasmissioni di «puro accanimento» nei confronti di Berlusconi e incentrate sulle vicende legali che in quel momento tenevano banco (il processo Mills e il figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Massimo Ciancimino, che accostava la nascita di Forza Italia a Cosa nostra). «Oggi Ghedini ha ricevuto una cosa con cinque pallottole in cui gli dicono che lo aspetta un caricatore intero», dice Silvio in tono preoccupato, «gli hanno rovinato la vita: dicono che sarà per lui» e per tutta la famiglia, menzionando i posti che «frequenta il figlio». Da questi gravi avvertimenti di stampo criminale partirebbero le presunte “pressioni” di Berlusconi al commissario Agcom e al direttore della Rai per evitare che Annozero e alcuni suoi ospiti continuassero a metterlo alla gogna. Da questi fatti, rimasti fino adesso nell'ombra rispetto a frasi che suonavano «minacciose» se estrapolate da un contesto di lamentela più ampio. Fatti, vale la pena far notare, che sono stati messi a un livello inferiore perfino dalla magistratura stessa, la quale nella richiesta di autorizzazione a procedere depositata al gip il 12 marzo scorso riporta in 42 pagine una montagna di intercettazioni spesso ripetitive. Di queste, però, non c'è traccia. Bensì nell'atto si leggono esclusivamente conversazioni che ricalcano il megafono mediatico e vanno in un unico senso: convincere il giudice della concussione esercitata dal presidente del Consiglio (e per la quale è indagato dall'8 marzo scorso) e ottenere in questo modo l'autorizzazione a inviare le pratiche al tribunale dei ministri. Pier con Berlusconi Per riuscire nel proprio intento, mettere un freno alle trasmissioni della rete pubblica ritenute faziose, Berlusconi sembra disposto perfino ad aprire uno spiraglio nei confronti di Pier Ferdinando Casini. A quanto pare, parlando il 4 novembre scorso al telefono con l'amico Innocenzi, il premier si sarebbe informato sul peso di un voto favorevole di Gianluigi Magri, commissario Agcom, che dal tono della conversazione sembra essere vicino al leader dell'Udc. Innocenzi: «L'autorità può aprire ovviamente anche l'istruttoria (nei confronti di Annozero, ndr)». Berlusconi: «Se c'è il voto del presidente, diventa ininfluente il voto di Magri?» Innocenzi: «Beh, insomma, il presidente c'è… ma bisogna che tu chiami il Pier, perché mi ha detto Magri...», lasciando intendere che serve anche quello di parere favorevole. Berlusconi: «Sì, io lo vedo venerdì, perché sai, aspettavo di incontrarlo». Innocenzi: «Ecco, però fai una cosa con lui, fagli capire che poi ci tieni molto al suo consiglio giuridico in genere». l'indignazione Berlusconi: «Io volevo fare l'indignato e mandarlo a fare in culo», si lascia scappare il premier riferendosi a Casini. Innocenzi: «No, è meglio di no» Berlusconi: «Va bene, ciao». Dieci giorni dopo i due tornano a parlare dell'argomento, partendo da una puntata che Santoro ha dedicato all'indagine aperta a carico di Nicola Cosentino, sottosegretario all'Economia e coordinatore del PdL per la Campania, sotto inchiesta per presunti legami con la camorra. Ecco, è grave anche il fatto che facciano un processo a uno (Cosentino, ndr). È gravissimo che qua non ci sia nessuno che lo difenda, che quindi non ci possa essere nessuno in contradditorio. È grave che facciano interpretare da degli attori delle cose che risalivano tra l'altro a dieci anni fa Il 14 novembre la guardia di finanza intercetta il premier mentre commenta l'opportunità di quella messa in onda. Berlusconi: «Ecco, è grave anche il fatto che facciano un processo a uno (Cosentino, ndr). È gravissimo che qua non ci sia nessuno che lo difenda, che quindi non ci possa essere nessuno in contradditorio. È grave che facciano interpretare da degli attori delle cose che risalivano tra l'altro a dieci anni fa», aggiunge riferendosi alle ricostruzioni romanzate che Santoro usa spesso come linguaggio di sintesi. Innocenzi: «Mi sono incontrato anche con Ferri, con Cosentino e abbiamo messo insieme un gruppo di giuristi amici di Ferri. Abbiamo analizzato tutte e cinque le trasmissioni e abbiamo riscontrato che ci sono tutta una serie di infrazioni abbastanza gravi. Lunedì io assieme purtroppo mi manca Magri, perché Magri… gli ho già parlato... è molto titubante». Berlusconi: «Adesso io parlo con Casini». Innocenzi: «Bravo». Berlusconi: «Che vuol venire con me… ha fatto una stronzata ieri, ha detto che è una porcheria quella legge lì, ecc. va bene, comunque adesso io gli parlerò di Magri, ma ti dico subito che io non andrei più addosso alla singola trasmissione in modo…». Innocenzi: «Sono tutte e cinque», sembra aizzarlo il commissario.   Berlusconi: «Io farei così, io ho parlato con il direttore Masi e con tutti i nostri uomini, perché ho fatto uno studio sulle televisioni europee, non c'è nessuna televisione europea in cui ci sono questi pollai. E allora perché noi dobbiamo avere queste fabbriche di fango e di odio. Sono dovuto stare un giorno chiuso a Palazzo Chigi, dormirci la sera prima e la sera dopo». Innocenzi: «Ho letto sui giornali». Berlusconi: «Perché è venuto fuori che volevano farmi un attentato accostando una macchina alla mia nel percorso da casa mia a Palazzo Chigi, allora ti domandi… Oggi Ghedini ha ricevuto una cosa con cinque pallottole in cui gli dicono che lo aspetta un caricatore intero, che sarà per lui, per sua moglie, per sua sorella, per suo figlio, che sanno dove va a scuola suo figlio, che sanno dove va a giocare. E gli hanno praticamente rovinato la vita». Innocenzi: «Allucinante, ma è questo perché caricano sempre di odio». Berlusconi: «E allora non si può più vedere i Di Pietro che fanno quella faccia in televisione, non si può più avere poi un pubblico di parte che, con quello che dice, gli fanno gli applausi e che approvano quando c'è una cosa che è contraria al vero. E soprattutto la Rai non può accettare di non avere più canone, perché la Rai con queste trasmissioni fa sì che la gente dica io non pago più il canone perché non voglio che i miei soldi vadano a Santoro o a Floris». Innocenzi: in più c'è un codice che abbiamo varato noi, che impedisce la rappresentazione di processi in tv, per altro avallato dal Csm e anche da Napolitano, e lui in spregio totale continua a sbattersene i coglioni. Innocenzi: «No, ma guarda». Berlusconi: «Ecco, non quello, fammi finire, quello che adesso bisogna concertare è che l'azione vostra sia un'azione che consenta che sia da stimolo alla Rai per dire chiudiamo tutto». Innocenzi: «Guarda io ti dicevo avevo fatto già una riunione con Gorla (consigliere Rai, ndr), con Cosimo Ferri con Romani e io per mettere un po' a fattor comune, perché il problema vero è che poi ognuno va per i cazzi propri, come sempre facciamo noi. Cosimo ha messo in piedi questo tipo di giuristi, lunedì io ho già detto al segretario generale, a Calabrò, che i quattro nostri fanno subito una denuncia all'autorità, noi chiediamo l'apertura dell'istruttoria non solo per l'aspetto specifico di Cosentino, ma per tutto il seguito delle trasmissioni, le abbiamo analizzate tutte, quindi ormai è un crescendo continuo da parte sua (Santoro, ndr). In più c'è un codice che abbiamo varato noi, che impedisce la rappresentazione di processi in tv, per altro avallato dal Csm e anche da Napolitano, con il plauso di Napolitano, oltre che del Csm, e lui in spregio totale continua a sbattersene i coglioni. Allora l'idea nostra è che con martedì noi cominciamo ad aprire il fuoco a tutto spiano». Berlusconi: «Ma non solo su Santoro. Apritelo su tutte le trasmissioni di questo tipo». dall'inviato a Trani Roberta Catania

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