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Vicenza, bambini a pane e acqua

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Colpa dei genitori che non pagano la mensa

francesca Belotti
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I genitori non pagano la mensa ai figli e la scuola lascia i bambini a pane e acqua. Così inizia la primavera nella mensa scolastica di Montecchio Maggiore, provincia di Vicenza. Ma solo per nove bambini, sette stranieri e due italiani della scuola materna ed elementare, "inadempienti" per l'amministrazione perché i genitori non sono in regola con la retta dei pasti. Un "digiuno" annunciato, ma diventato realtà, spiazza bambini, maestre e anche la preside. Cosa è successo a Montecchio Maggiore? Una storia di soldi arretrati e questione di principio quella che da tempo divide l'amministrazione comunale e un gruppo di famiglie macchiate di "insolvenza". Di fatto mandano i figli in mensa, ma da anni non versano un euro. La faccenda viene fuori mesi fa, quando a Montecchio la neogiunta di centrodestra (Lega e Pdl) insediatasi a giugno 2009 dopo 5 anni di amministrazione di centrosinistra, scopre un ammanco di oltre 150 mila euro nella gestione della mensa scolastica. Scatta una sorta di indagine per mettere ordine nel bilancio. E l'approfondimento produce i suoi frutti: gli amministratori arrivano a numeri e nomi allo scopo di recuperare importi relativi a quattro anni scolastici: 2005-06 e 2008-09. Così partono gli avvisi: alla data del 10 marzo sono 52 le famiglie morose, 22 italiane, 30 straniere: "Se entro il 15 marzo non avranno regolarizzato gli insoluti, il servizio mensa verrà sospeso". L'iter si conclude con una raccomandata consegnata a mano dei vigili urbani. Risultato: sono ancora nove posizioni da saldare. E l'assessore all'Istruzione Barbara Venturi è chiara: "Non è giusto non pagare le rette nel rispetto di chi ha problemi economici e le versa". Così il 22 marzo è partita la sospensione, ma i bambini non lo sanno. Così arrivano in mensa come tutti i giorni senza immaginare il trattamento a pane e acqua. La preside Anna Maria Lucantoni, però, protesta e spiega in un'intervista al Corriere Veneto: "Trovo dispregiativo dare un pezzo di pane, se avessimo immaginato, avremmo fatto una raccolta di fondi".

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