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La Cassazione sdogana i parcheggiatori abusivi

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Si tratta di una pratica "d'uso consolidato in talune città d'Italia"

Monica Rizzello
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La Cassazione sdogana i parcheggiatori abusivi per gli automobilisti. Il fenomeno dei parcheggiatori abusivi è principalmente diffuso nell'Italia meridionale, in particolare nel Lazio, in Sicilia - il protagonista della sentenza della Cassazione è infatti catanese - e in Campania, ma sarebbe in rapida diffusione, e interessa anche Puglia e Abruzzo. Con una sentenza che farà discutere la Corte di Cassazione ha infatti annullato gli arresti domiciliari nei confronti di un parcheggiatore abusivo di Catania, denunciato da una coppia che si era vista pretendere un euro per poter uscire dal parcheggio in cui aveva lasciato l'auto. I giudici della Corte hanno stabilito che la misura cautelare dei domiciliari per l'uomo su cui pendeva l'accusa di minacce e tentata estorsione e per cui lo stesso aveva presentato ricorso fosse eccessiva. Il signor M.B. - si legge nella motivazione della sentenza – "offriva un servizio ben accetto e ritenuto a livello diffuso della cittadinanza, indispensabile in quel luogo, proprio per poter usufruire tranquillamente del posteggio dell'autovettura". A provarlo direttamente sarebbe il fatto che al parcheggiatore venivano lasciate le chiavi delle automobili in sosta per eseguire le manovre di parcheggio: una pratica ormai "d'uso consolidato in talune città d'Italia". In Italia, la figura del posteggiatore abusivo è così popolare, da entrare nel cinema: nel film “C'eravamo tanto amati” di Ettore Scola, Gianni (Vittorio Gassman), uno dei tre protagonisti, viene scambiato dall'amico interpretato da Nino Manfredi, suo compagno ed ex partigiano, per un parcheggiatore abusivo a Roma in piazza del Popolo. I parcheggiatori abusivi sono diventati personaggi del folklore napoletano: il comico Lino d'Angiò, nella trasmissione televisiva Telegaribaldi, ha creato il personaggio di Geppino da Ercolano ispirato ad un parcheggiatore abusivo. Ma indimenticato è soprattutto il posteggiatore abusivo interpretato da Totò nel film “Totò, Peppino e la dolce vita”, film del 1961 diretto da Sergio Corbucci ed interpretato da Totò e Peppino De Filippo. Totò viene mandato da un ricco zio a Roma per cercare di corrompere dei politici, affinché spostino il tracciato di un'autostrada sulle proprie terre al fine di aumentarne il valore, ma giunto appena arrivato Totò si abbandona ai piaceri della capitale, pur non avendo un lavoro fisso, mantenendosi appunto facendo il posteggiatore abusivo.

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