Cerca
Cerca
+

Statali, stop per il contratto

default_image

La scuola sciopera il 30 ottobre

Silvia Tironi
  • a
  • a
  • a

I sindacati non ci stanno. E decretano lo sciopero generale della scuola per il prossimo 30 ottobre. Anche gli statali hanno decretato tre giorni di sciopero. Per quanto riguarda la scuola, è infatti fallito il tentativo di conciliazione al ministero dell'Istruzione (passaggio ineludibile nelle procedure previste dalla legge per la proclamazione dello sciopero), contro il decreto varato dal ministro Gelmini. Nonostante l'approvazione dell'aula, il decreto Gelmini sul maestro unicò è infatti bocciato dal mondo della scuola che si prepara a scendere in piazza rispondendo all'appello dei sindacati. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda scendono dunque in campo: un appuntamento, quello messo in cantiere dai sindacati di categoria, al quale si arriva dopo una marcia di avvicinamento cominciata già da settimane e costellata da sit-in davanti al ministero, iniziative spontanee di protesta, occupazioni, notti bianche, dal Nord al Sud della penisola. In concomitanza con lo sciopero generale, i sindacati Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda hanno programmato una manifestazione nazionale nella capitale. Un primo assaggio dello scontento generale arriverà dagli studenti, che manifesteranno in decine di città. "L'approvazione del voto di fiducia alla Camera sul decreto Gelmini", spiega l'Unione degli studenti, "rappresenta un ulteriore atto antidemocratico di un governo che elude le tante manifestazioni di dissenso e con violenza prova ad affermare il proprio autoritarismo. Per questo venerdì porteremo in piazza tutta un'altra musica, alle 70 manifestazioni da noi organizzate". "Ci mobilitiamo - spiega l'associazione studentesca la Rete degli student, "contro i tagli di 8 miliardi di euro alla scuola pubblica, che è la vera riforma messa in campo dal Governo Gelmini-Tremonti-Berlusconi. Contro un Governo che conta balle, per rivelare la verità all'opinione pubblica". Dai ragazzi la contestazione passerà quindi nelle mani del sindacalismo di base: i Cobas guidati da Piero Bernocchi, tra i primi, hanno proclamato uno sciopero, in calendario per il 17 ottobre. Insomma, il fronte della protesta è ampio e non si ferma certo alla scuola. Anche le università sono in subbuglio per i tagli previsti in Finanziaria. L'ateneo di Firenze è in prima linea: dopo l'occupazione delle aule del polo scientifico di Sesto Fiorentino e della facoltà di agraria, mercoledì si è passati al volantinaggio e agli striscioni appesi ai ponti Santa Trinità e Carraia contro tagli e privatizzazione; e giovedì si farà lezione per strada. A Pisa mercoledì è stata organizzata un'assemblea in piazza: circa 3.000 persone fra ricercatori, impiegati amministrativi e tecnici precari, più studenti e professori, si sono ritrovati in piazza dei Cavalieri per discutere dei provvedimenti presi dal Governo, a partire dal precariato. "Quelli del 17 saranno il più grosso sciopero e la più grande manifestazione nazionale mai organizzata dal sindacato di base e antagonista e la presenza della scuola sarà massiccia": lo ha assicurato il leader dei Cobas, Piero Bernocchi. La piattaforma dello sciopero si estende su un ampio raggio: maggiore salario, fine della precarietà, rilancio della scuola, della previdenza e della sanità pubblica, forte impulso alla contrattazione nazionale e reintroduzione della scala mobile per lavoratori e pensionati, diritti uguali per cittadini italiani e migranti, il diritto alla casa. "Contro questa sorta di welfare alla rovescia, che per fronteggiare la crisi in atto dà risorse al sistema che questa crisi ha generato, rivendichiamo una vera redistribuzione del reddito", ha dichiarato Fabrizio Tomaselli di Sdl. Per Pierpaolo Leonardi (Cub), "questo sciopero viene da lontano e darà il segno che il sindacato di base rappresenta una parte consistente del mondo del lavoro". Alla manifestazione nazionale di Roma "sono attese centinaia di migliaia di persone, che giungeranno con un numero eccezionale di pullman ma ridotto di treni". Proteste anche nella Capitale, dove, dopo una settimana di agitazione, sono scesi di nuovo in piazza i precari degli enti pubblici di ricerca, per protestare, sotto il ministero dell'Istruzione, contro l'emendamento che sopprime di fatto le stabilizzazioni. Intanto, oggi la Camera si è dedicata all'esame dei 242 ordini del giorno, per la maggior parte presentati dall'opposizione, al decreto legge Gelmini. Domani pomeriggio è previsto il voto finale sul provvedimento che dovrà, poi, passare al Senato. Anche i sindacati del pubblico impiego hanno deciso di scendere in piazza e hanno indetto tre scioperi regionali (Nord, Centro, e Sud e Isole) che siterranno in tre date differenti. "In assenza di adeguate risposte", spiegano, "è prevista un'ulteriore giornata di sciopero nazionale, con manifestazione nella capitale. Le iniziative di lotta sono state decise a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto. In base alla legge sulla regolamentazione degli scioperi nei servizi pubblici, gli scioperi regionali dovrebbero tenersi tra ottobre e novembre".

Dai blog