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Lombardo: "Sono vittima di un'aggressione mediatica"

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Il governatore fa i nomi dei collusi davanti all'assemblea regionale siciliana

Michela Ravalico
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"Un'aggressione mediatica congegnata da menti raffinate": così il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ha definito nel corso del suo intervento all'Assemblea regionale siciliana la fuga di notizie sull'inchiesta della procura di Catania in cui è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Catania. "Il 9 dicembre - ha voluto ricordare il governatore - dissi in quest'aula che subivo uno stillicidio di insulti ispirato da un tavolo trasversale ai partiti in cui si è progettato di far cadere il Governo e la legislatura con mezzi politici, se fosse bastato, con mezzi mediatico-giudiziari, qualora non fosse bastato il primo metodo, o anche fisicamente se non fossero bastati i primi due piani". I nomi dei collusi -  Riguardo la lista dei tanto attesi nomi dei "politici collusi", annunciata da Lombardo nei giorni scorsi, il governatore ha ribadito quanto riportato nell'intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera, citando il Senatore del Pdl Firrarello e il senatore del Pd Enzo Bianco. Il primo reo, secondo Lombardo, di aver ordito trame alle sue spalle. A Firrarello, infatti, il presidente della Regione attribuisce il contenuto di una intercettazione in cui si parla addirittura di "morte naturale" del governatore.   I passaggi cruciali del discorso di Lombardo all'Ars - "Sono qui per rispondere ai  tanti interrogativi che sono sorti nel cuore e nella mente dei siciliani - ha esordito il presidente della Regione Sicilia -  oltre che ai parlamentari a seguito delle notizie che mi   riguardano di una vicenda giudiziaria dai contorni ancora nebulosi, a partire dal 29 marzo". E in riferimento all'inchiesta per mafia che lo vede coinvolto, dice "si tratta di calunnie, oltraggi, infamanti accusen che mi sono state rivolte da una sorta di magistratura parallela, è questo il ruolo di  certa stampa". Per Lombardo dovrà essere "la magistratura, quella vera a svelarcelo".    L'appello ad Alfano perché non abolisca le intercettazioni - "Mi rivolgo al ministro della Giustizia, Alfano, affinché‚ non venga abolito questo utile strumento che sono le intercettazioni telefoniche".  "Proprio le intercettazioni - sottolinea Lombardo - hanno consentito ad oggi i più importanti risultati nella lotta alla piccola, media e grossa criminalità". "Colpi micidiali a Cosa Nostra" - Questo governo ha assestato colpi micidiali a Cosa nostra e dovrà continuare a farlo con sempre maggiore operatività", ha detto Lombardo. Ascari e pupi - "Non ci faremo intimidire dai mille sicari che questi ascari e pupi assolderanno. Infangando me, hanno infangato l'onore della mia terra. Io tengo al mio onore, tengo alla mia libertà e in terza istanza tengo alla mia vita", ha concluso il presidente Lombardo nel suo intervento in Aula all'Ars.

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