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Il derby Lazio-Roma anticipato alle 18.30

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La decisione del Prefetto per motivi di sicurezza

Monica Rizzello
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Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha firmato l'ordinanza che anticipa alle 18.30 di domenica l'orario di inizio del derby. È quanto comunicano dalla Prefettura di Roma. La decisione di anticipare la partita, rispetto all'orario previsto delle 20.45, è stata presa per questioni di sicurezza. Entrambe le squadre avevano espresso la propria disponibilità per le decisioni del Prefetto. Maurizio Beretta, presidente della Lega Calcio, aveva ribadito: «La decisione sullo spostamento dell'orario del derby spetta al prefetto. Posso dire che le due squadre sono molto attente ad assicurare il più alto livello di sicurezza possibile. Queste questioni stanno molto a cuore ai due presidenti. Ci sono poi questioni legate alle televisioni, comunque entro giovedì dovrebbe arrivare una decisione». Secondo Rocco Crimi, sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega allo sport, l'orario del derby «è un problema di ordine pubblico. Speriamo comunque sia un bel derby che in questo momento è molto sentito ». Del resto, «Sia il ministro Maroni che le prefetture e il capo della polizia hanno fatto un buon lavoro sul versante della sicurezza». Per il presidente del Roma Club Montecitorio, Paolo Cento, «Roma è una città matura dove un derby, come qualsiasi partita può essere giocata in notturna senza problemi. L'anticipo del derby alle ore 18 non credo non sia risolutivo, ma deciderà il prefetto, troverà lui la decisione migliore. Roma è la capitale d'Italia ed è in grado di svolgere un derby a qualsiasi ora, il pubblico giallorosso e biancoceleste è maturo. Se si sceglierà l'orario delle 18 rispetteremo la decisione. Questa vicenda apre però una riflessione: bisognerebbe tornare a far giocare le partite tutte alla stessa ora, alle 15, basta con anticipi e posticipi che sono un danno per i tifosi». «Roma – continua Cento – è in grado di sostenere qualsiasi orario, ma non ci esponiamo a dibattito che ormai non ha senso. Dall'anno prossimo però è giunto il momento di riaprire la discussione di tornare a far giocare le partite tutte alla stessa ora. Domenica sarà comunque una grande festa tra i tifosi delle due squadre, ognuno tiferà per la propria ma in modo civile e con grande passione sugli spalti. Roma dia una grande lezione di civiltà come ha già fatto in passato». Il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, si unisce a coloro che si rimettono alle decisioni del Prefetto: «Anticipare il derby tra Lazio e Roma alle ore 18? Sono valutazioni tecniche che spettano al prefetto. Roma ha un buon prefetto quindi mi fido di lui, mentre il questore non mi pare sia al massimo della forma. La decisione la devono prendere coloro che hanno la responsabilità sotto il profilo pubblico, non credo comunque che crei alcun problema anche giocare alle 20.45», perché, per Gasparri, «Sarà un grande spettacolo e a me interessa il risultato non l'orario, quello è un dettaglio, si potrebbe giocare anche a mezzanotte, l'orario non è un aspetto fondamentale della vicenda». Sul versante laziale, a parlare è il deputato Udc e noto tifoso laziale, Enzo Carra: «Se il prefetto pensa che questo sia utile per ridurre al minimo i rischi, che non dovrebbero esserci in una partita di calcio seppur decisiva, perché non dobbiamo dargli ragione. Non credo che per i tifosi sia uno svantaggio, mi sembrano solo pretesti Alla fine si tratta di un sabato pomeriggio e la gran parte del pubblico viene da Roma e dal Lazio. La gara è alle 18.40 e il fatto che cominci dopo le 6 mette tutti quanti in grado di raggiungere lo stadio. Non possiamo essere sempre pronti ad esaltare quello che succede all'estero, come in Inghilterra, e poi lamentarci per un sabato pomeriggio». Secondo Carra, l'anticipo anticipo non mette in risalto la scarsa maturità da parte dei tifosi: «È sempre stato così, se tutte le volte stiamo qui a tirare fuori la mancanza di maturità... cerchiamo piuttosto di evitare l'immaturità, se ci sono problemi non ne individuiamo degli altri, è solo un pretesto e una perdita di tempo».

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