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Giochi da Camera

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Battaglia per i vertici. Italo Bocchino si dimette da vicepresidente e pretende che pure Cicchitto lasci l'incarico da presidente. Il Pdl: non è previsto. Poi si ricandida: "andiamo ai voti"

Michela Ravalico
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Sta per scoppiare un bubbone virulento. Quello della presidenza del gruppo Pdl alla Camera. Ieri sera Italo Bocchino, come preannunciato, ha presentato le sue dimissioni da vicepresidente. Le ha consegnate, brevi manu, al presidente Fabrizio Cicchitto. Solo che il parlamentare "finiano" non ha certo intenzione di ritirarsi a vita privata. Prima di tutto pretende che Cicchitto lo segua e presenti a sua volta le dimissioni. "Il nostro destino è legato - spiega Bocchino - se si dimette il vicepresidente, deve lasciare anche il presidente. Ed è inevitabile il ricorso all'assemblea per rinnovare il gruppo parlamentare alla Camera". Ma soprattutto Bocchino è determinato a candidarsi come presidente del gruppo Pdl alla Camera. "Ho intenzione di candidarmi alla presidenza per dare la possibilità alla minoranza di contare le proprie forze e conseguentemente di rivendicare gli spazi corrispondenti al suo peso", scrive il vicepresidente vicario dei deputati del Pdl, dimissionario, nella lettera a Cicchitto. Un incontro con Berlusconi - Bocchino chiede un incontro al premier Silvio Berlusconi affinché‚ "si possa dar vita ad un chiarimento politico che faciliti il difficile percorso che il gruppo dovrà fare" scrive nella lettera indirizzata al presidente del gruppo Pdl alla Camera Cicchitto, in cui chiede la convocazione di un'assemblea del gruppo al più presto per il rinnovo dei vertici. "Prima di convocare congiuntamente l'assemblea del gruppo, ti prego di favorire un mio incontro con il presidente Berlusconi anche alla presenza del coordinatore Verdini affinché‚ si possa dar vita ad un chiarimento politico che faciliti il difficile percorso che il gruppo dovrà fare". Anche il finiano Menia pronto a candidarsi - "Se per davvero l'onorevole Bocchino, vice capogruppo dimissionario del Pdl alla Camera, intende candidarsi a presidente dello stesso gruppo per consentire alla minoranza di esercitare il suo ruolo, allora lo farò anch'io. Non so quale consenso egli pensi di avere, ma non ha certo il mio né‚ quello di molti che con lealtà seguono Fini e con altrettanta lealtà sostengono il governo Berlusconi e non si prestano al gioco delle tre carte" ha dichiarato Roberto Menia, sottosegretario di Stato all'Ambiente. Per l'ufficio stampa del gruppo parlamentare Pdl non è vero che se si dimette il vicepresidente deve cadere anche il presidente. "L'articolo8 del regolamento del gruppo non lega affatto il destino del presidente e del vicepresidente vicario, a meno  che ovviamente non sia il primo a dare le dimissioni dalla sua caric".  "La situazione è totalmente diversa - spiega la nota- perchè,   invece, ci si trova davanti alle dimissioni del vicepresidente vicario  Italo Bocchino che, come è stato già rilevato, andranno esaminate con la dovuta attenzione anche a livello del gruppo dirigente del partito".

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