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Maroni contro Alfano sul ddl "svuota carceri"

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Per il ministro degli interni è peggio dell'indulto

Michela Ravalico
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E' proprio tempo di spaccature in seno alla maggioranza. Oggi è la volta del duello Maroni-Alfano. Oggetto del contendere, il disegno di legge sulle carceri dal ministro degli Interni ribattezzato lo svuota carceri. "Abbiamo una valutazione negativa sull'impatto che avrebbe il cosiddetto disegno di legge svuota-carceri», che consentirebbe ai detenuti di scontare l'ultimo anno di pena ai domiciliari", ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, definendo il provvedimento all'esame della commissione Giustizia della Camera "peggio di un indulto, visto che gli effetti non sarebbero una tantum, ma varrebbero sempre". Pronta la replica del demiurgo del dl, ovvero il Guardasigilli Angelino Alfano. "Macché indulto o amnistia, si tratta di misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza" sottolinea il ministro della Giustizia. "Com'è noto -rileva- non vogliamo svuotare le carceri e nessun detenuto sarà messo in libertà. Vogliamo realizzare 21.479 nuovi posti nelle  arceri proprio perchè non intendiamo procedere a nuovi indulti o nuove amnistie”. Cosa prevede il testo di legge- Il dl allo studio prevede la possibilità di scontare l'ultima parte della pena ai domiciliari e la messa in prova osservando che il provvedimento   D'accordo con Maroni l'Associazione nazionale funzionari di polizia- "Condividiamo le preoccupazioni espresse dal ministro dell'Interno Roberto Maroni a proposito degli effetti devastanti che provocherebbe il cosiddetto Ddl 'svuota-carceri se venisse approvato". Lo dichiara il segretario dell'associazione Enzo Marco Letizia."Riteniamo in particolare che, se anche ci fossero le risorse, umane ed economiche, per controllare i soggetti che verrebbero fatti uscire dalle carceri sarebbe un autentico spreco destinarle a questo servizio. Ma soprattutto, se dovesse passare il Ddl sarebbe un ulteriore colpo alla certezza della pena, uno dei nodi irrisolti della questione sicurezza nelle città. Le vittime dei criminali hanno bisogno di maggiore rispetto", conclude Letizia.  

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