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Telefonino al volante, vietato anche in casi d'urgenza

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La Cassazione rigetta il ricorso di un guidatore che doveva portare il padre in ospedale

Monica Rizzello
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Non può essere mai giustificata la conversazione al cellulare durante la guida, neanche in caso di comunicazione urgente. Lo stabilisce la Cassazione, che ha rigettato il ricorso di un uomo sorpreso al volante della propria vettura, al telefono senza auricolare o viva voce. L'uomo aveva impugnato una sentenza del giudice di pace di Genova, con la quale gli era stata confermata la multa della Polizia municipale. L'automobilista sosteneva che la contravvenzione dovesse essere annullata, poiché la sua telefonata era dovuta all'urgenza di dover comunicare al proprio padre, gravemente ammalato, il suo arrivo per trasportarlo in ospedale. La Suprema Corte - seconda sezione civile, sentenza n. 11266 - ha confermato la multa, ricordando che «non può essere ritenuto sussistente lo stato di necessità, come scriminante dell'illecito, quando sussista la possibilità di ovviare altrimenti al pericolo», per cui «in tema d'uso del telefono cellulare senza auricolare o viva voce durante la guida, per chiamare un medico in soccorso di un ammalato o, come nella specie, per organizzare il trasporto del malato ad un centro di cura, deve ritenersi che il conducente non possa invocare l'esimente ove non sia dimostrata l'impossibilità (e non la semplice difficoltà o scomodità) di ricorrere a mezzi alternativi per provvedere all'opera di soccorso, quale il fermarsi a lato della strada per i pochi minuti necessari alla comunicazione».

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