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Kirghizistan, manifestazioni per chiedere dimissioni governo a interim

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Insediato dopo il golpe di aprile. Ma il vicepremier assicura: "Il governo è solido"

Monica Rizzello
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Le manifestazioni di oggi - Diversi movimenti giovanili kirghisi hanno convocato una manifestazione a Bishkek, per chiedere le dimissioni del governo ad interim: 5 mila persone hanno manifestato di fronte al Parlamento. I dimostranti chiedono le dimissioni del governo provvisorio nato dopo il golpe di aprile, quando una rivolta di piazza ha rovesciato il presidente Kurmanbek Bakiev. Inoltre, chiedono che riformato il Parlamento, che è stato sciolto dal governo ad interim. "Questo passo aiuterebbe a garantire il riconoscimento della legittimità del governo e la riapertura delle frontiere, che renderà più semplice per un ampio numero di kirghisi a gestire i loro affari legati alla produzione di beni per l'esportazione" afferma l'attivista per i diritti umani Toktaiym Umetalieva, precisando che in un nuovo esecutivo non dovrebbero essere presenti personalità legate agli ultimi due presidenti, Askar Akaiev e Bakiev, entrambi rovesciati dalla piazza. Omurbek Takebaiev, vicepremier e uno dei più influenti membri dell'esecutivo ad interim, ha però escluso che il governo possa essere rovesciato, assicurando la solidità dell'esecutivo ad interim. Il golpe del 7-8 aprile - «A Bishkek abbiamo al momento 65 morti e circa 400 feriti» si legge in una comunicazione interna. Il presidente kirghizo Kurmanbek Bakiev si rifugia ad Osh. I manifestanti dell'opposizione kirghisa prendono il controllo dell'edificio governativo di Osh, città del sud del Kirghizistan dove si è rifugiato il presidente, Kurmanbek Bakiev. Poco prima nella piazza principale della città si sono radunati circa 2.000 manifestanti, che hanno dato luogo a scontri con i sostenitori del presidente. Mentre continuano incendi e saccheggi nella capitale kirghiza Bishkek, nel secondo giorno della rivolta, la leader dell'opposizione kirghisa, Roza Otunbayeva, che ha assunto l'interim del governo del Kirghizistan dopo la fuga del presidente, Kurmanbek Bakiev, dichiara sciolto il Parlamento. L'opposizione, che non si aspettava un così rapido evolversi della situazione, invitato a mantenere la calma e a fermare danneggiamenti e saccheggi. Il golpe nel piccolo Paese dell'Asia centrale, un tempo repubblica dell'Unione Sovietica, riesce in 48 ore: l'opposizione anti Bakiyev prende il controllo di tutti i  centri chiave del potere: esercito, parlamento e televisione pubblica.

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