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Domani in Italia le salme dei due soldati uccisi

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Questa mattina è stata allestita la camera ardente per l'estremo saluto a Pascazio e Ramadù. Scirè è rientrato nel nostro paese in tarda mattinata. La soldatessa è stata trasferita in un ospedale in Germania

Tatiana Necchi
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Si prepara il rientro delle salme - È stata allestita questa mattina la camera ardente per i due militari italiani morti ieri a seguito di un attacco avvenuto nel norest  dell'Afghanistan. A causare la loro morte è stato un ordigno fatto esplodere appositamente al passaggio del convoglio lince blindato che stava viaggiando sulla strada per Bala Murghab, nell'Ovest del paese. Verrà così dato l'estremo saluto al sergente massimiliano Ramadù e al primo caporal maggiore Luigi Pascazio.  La cerimonia funebre è stata celebrata nella base italiana alle 11.30 ore locali. Nel pomeriggio, verso alle 14.30, i due feretri dei militari della taurinense saranno trasferiti in aeroporto dove ad attenderli ci sarà un picchetto d'onore. In seguito le salme saranno imbarcate su un aereo che le riporterà in Italia: l'arrivo a Roma è previsto per domani mattina. Il caporalmaggiore Gianfranco Scirè, l'altro soldato ferito, ha una gamba fratturata ed è stato imbarcato su un aereo italiano arrivato a Roma Ciampino verso le 11.30. Poco dopo è stato trasferito all'ospedale militare del Celio. La soldatessa invece, il caporale Cristina Buonacucina, è stata trasferita nell'ospedale americano di Rammstein in Germania per ricevere cure più adeguate. La donna riporta fratture multiple alle gambe e una sospetta lesione vertebrale. Al momento le sue condizioni sono stabili. Il trasferimento è avvenuto a seguito delle decisione presa nell'ospedale americano di Baghram. L'attentato di ieri - Ancora perdite per l'esercito italiano impegnato in missione in Afghanistan. Due soldati sono morti e altri due sono rimasti gravemente feriti a seguito un attacco avvenuto nel norest del paese (GUARDA LA FOTOGALLERY). È stato a causa di un ordigno fatto esplodere appositamente al passaggio di un convoglio blindato. Sono il sergente Massimiliano Ramadù, 33 anni, di Velletri, in provincia di Roma e il caporalmaggiore Luigi Pascazio, 25 anni, della provincia di Bari i due militari italiani uccisi questa mattina in un attentato in Afghanistan. I feriti: Cristina Buonacucina, caporale del 32.esimo reggimento Genio "Taurinense", originaria di Foligno, e  Gianfranco Scirè, 28 anni, di Casteldaccia, un comune in provincia di Palermo. Il governo: restiamo - Nell'esprimere il cordoglio per le vittime italiane in Afghanistan, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha sottolineato al tempo stesso «la fondamentale importanza della missione in Afghanistan per la stabilità e la pacificazione di un'area strategica». È quanto si legge in un comunicato di Palazzo Chigi. Dunque la missione non si discute. D'accordo anche Umberto Bossi. "Io non penso che possiamo scappare. Sarebbe una cosa sentita dal mondo occidentale come una fuga difficilmente spiegabile e che, probabilmente, avrebbe delle conseguenze gravi sul governo". Il Senatur, dunque, chiude la bocca al compagno di partito Roberto Calderoli, che questa mattina - appena saputo della morte dei due militari italiani - aveva subito rilanciato l'idea del ritiro. Vota il sondaggio sulla home page: "Per Berlusconi la missione in Afghanistan è fondamentale. Siete d'accordo?" L'attentato - I quattro militari si trovavano a bordo di un veicolo blindato Lince posizionato nel nucleo di testa di una colonna composta da decine di automezzi di diverse nazionalità. I mezzi erano partiti da Herat e diretti a Bala Murghab, verso nord. Dalle prime ricostruzioni risulta che il veicolo colpito occupasse la quarta posizione lungo la fila di carri in movimento che si trovavano a 25 km a sud di Bala Murghab. A darne notizia è stato il portavoce del Comandante del Regional Command West di ISAF, maggiore Mario Renna precisando che l'esplosione è avvenuta  alle 9.15 locali. I feriti sono stati immediatamente portati all'ospedale da campo di Herat con degli elicotteri. Sale così, tristemente, a 24 il numero degli italiani morti in Afghanistan dall'inizio della missione, nel 2004. L'ultimo attacco contro il nostro contingente, dove hanno perso  la vita due militari del contingente Isaf impegnato in Afghanistan,  risale a questa mattina nella zona di Herat, nel nord-est del  Paese. Prima di oggi, il 3 ottobre 2004 alla periferia di Kabul muore   il caporal maggiore Giovanni Bruno, 23 anni. Esce di strada il mezzo   sul quale viaggiava insieme ad altri quattro compagni che sono rimasti  feriti.  Il 3 febbraio 2005 muore il capitano di fregata Bruno Vianini,  che faceva parte del Comando interforze operazioni forze speciali in   servizio al Team di ricostruzione provinciale di Herat. Vianini si   trovava su un aereo civile in compagnia di altri due civili italiani   in volo da Herat a Kabul, precipitato in una zona di montagna a 60   chilometri a sud-est della capitale.L'11 ottobre 2005 il caporal   maggiore Michele Sanfilippo, 34 anni, viene trovato morto nella   camerata del battaglione Genio a Kabul, colpito alla testa da un  proiettile sparato accidentalmente da un suo commilitone. Con i due militari italiani morti a Herat, arriva a duecento il numero dei soldati del contingente Nato uccisi in Afghanistan dall'inizio di quest'anno. Nel 2009 furono 520 i militari morti nel Paese, dove entro agosto dovrebbero arrivare nuove truppe americane per arrivare a un contingente di 150 mila unità. Il ritiro delle forze Nato dal Paese dovrebbe cominciare nel corso del 2011.

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