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Facebook, chiusi gruppi che insultavano bimbi dell'asilo di Pistoia

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Il fondatore è stato denunciato per istigazione a delinquere

Tatiana Necchi
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Sul famoso social network Facebook aveva creato il gruppo «I bimbi dell'asilo di Pistoia piccole vittime o piccoli luridi?».  Ma non è tutto. Aveva creato anche quello dal titolo «Vuoi adottare un bambino morto di Haiti?». Queste le folli  idee di un disoccupato genovese di 40 anni scoperto dalla Polposta di Imperia e denunciato con l'accusa di istigazione a delinquere. Ma l'uomo non si era fermato e aveva creato anche un link a un altro profilo dal titolo «Poliziotti postali fessacchiotti», creato invece da un operaio della provincia di Milano denunciato a sua volta per oltraggio a organo giudiziario o amministrativo dello Stato. E così nell'ambito delle perquisizioni a carico dei due, gli agenti della Polposta hanno sequestrato quattro computer e diverso materiale informatico: penne usb, dvd e hard disk, che ora saranno analizzati. Le indagini hanno preso le mosse dal gruppo dedicato ai bambini di Pistoia, che contava 135 iscritti, la maggior parte dei quali aveva espresso il proprio sconcerto contro i suoi fondatori. Qualcuno aveva anche detto di voler denunciare il fatto alla Polizia postale ed è forse per questo motivo, che il genovese fondatore del gruppo, ha creato una sorta di link al profilo che dava dei «fessacchiotti» agli agenti. «Il messaggio che vogliamo lanciare - spiega il dirigente della Polposta di Imperia, Ivan Bracco - è che quando una persona crea dei gruppi su Facebook, non deve mai perdere il senso della realtà e del vivere sociale. È una questione di puro buonsenso». Mentre l'operaio milanese, se la caverà con una pena irrisoria ed un eventuale risarcimento, per aver offeso la Polizia Postale, quella prevista per l'istigazione a delinquere è molto più alta. «L'istigazione - conclude Bracco - nel caso dei bimbi di Pistoia, consiste nel sollevare in alcune persone sentimenti di rabbia o di odio, che possono indurre le stesse ad esercitare comportamenti violenti sui bambini». Sulla questione interviene anche l'osservatorio dei diritti dei minori. «Dietro i social network ci sono persone, che non hanno alcun diritto di offendere le altrui dignità», ha detto il presidente dell'Osservatorio e consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia, Antonio Marziale, dopo l'operazione che ha portato alla denuncia del fondatore di un gruppo su Facebook. Il profilo era stato segnalato agli inquirenti proprio dallo stesso Osservatorio. Per Marziale «non è accettabile che la magnificenza di un potente mezzo di comunicazione, quale è Internet, debba subire l'impunità di zone franche in cui oscuri personaggi si arrogano la facoltà di delinquere, perfino sulla pelle di bambini già duramente provati da un'esperienza che difficilmente dimenticheranno». Il presidente dell'Osservatorio, che è stato tra gli estensori del Codice Internet e Minori, dice anche: «Se è vero che la libertà di espressione è un valore imprescindibile per la democrazia, è altresì vero che in una società civilmente compiuta ogni offesa recata alle persone non può accampare diritti di cittadinanza. Per questo motivo - conclude Marziale - è doveroso ringraziare gli uomini del comandante Ivan Bracco, la cui tempestività ed efficacia conferma ulteriormente il livello di elevata qualità della Polizia Postale italiana». 

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