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La Brambilla stoppa Alemanno sulla tassa di soggiorno

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"Misura iniqua e pericolosa per un settore in ripresa. Si taglino invece gli sprechi".

Roberto Amaglio
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Arriva secco e perentorio il "no" del ministro del Turismo Michela Brambilla alla tassa di soggiorno proposta dal sindaco di Roma Gianni Alemanno. Per quanto, complici i tagli della nuova manovra e il debito acquisito negli anni, la capitale dovrà reperire nuovi fondi e trovare altre entrate, l'idea di tassare i turisti che pernotteranno negli alberghi romani è andata di traverso al ministro Brambilla, la quale ritiene il provvedimento profondamente lesivo nei riguardi dei lavoratori del settore alberghiero. "Le imprese alberghiere già soffrono per la crisi e nel 2009 sono riuscite a contenere le perdite in termini di camere vendute solo riducendo i prezzi mediamente dell`8,8% - ha fatto notare Michela Brambilla -. Si tratterebbe quindi di una misura iniqua in quanto colpirebbe un ben determinato segmento della filiera turistica e potrebbe costituire un precedente per altre città ed aree del territorio che, se attuato, creerebbe un serio danno al turismo proprio nel momento in cui è in atto una ripresa della domanda interna ed internazionale nel nostro mercato". Bocciatura totale, quindi. Il problema però rimane: dove andrà Roma a raccattare i denari per pareggiare i suoi bilanci? "Confido - conclude il ministro Brambilla - che il sindaco Alemanno, che si trova a dover riparare ai gravi errori commessi da coloro che lo hanno preceduto, saprà trovare le risorse necessarie operando importanti razionalizzazioni interne e riduzioni degli sprechi, senza pensare di intervenire sul turismo che rappresenta il nostro asset strategico, uno dei pochi in grado di garantire ossigeno all'economia".

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