Manovra, il Cav firma
Via libera da Berlusconi che prima aveva detto: "Firmerò solo quando Napolitano darà la sua valutazione". Il testo è ora al Quirinale per essere esaminato dal capo dello Stato
Il presidente del Consiglio ha firmato la manovra economica. Il testo è ora al Quirinale in attesa di valutazione da parte del capo dello Stato. I due, Berlusconi e Napolitano, si erano incontrati ieri. Al centro del colloquio non la manovra, ma l'elenco dei Cavalieri del Lavoro che il Quirinale nominerà il 2 giugno. Il premier, sperando in un consenso ampio, ha rimarcato che il testo non è "immodificabile". Napolitano, infatti, potrebbe avere delle perplessità sull'autonomia finanziaria di palazzo Chigi, la soppressione delle mini-province e il condono. E si renderebbero necessari ulteriori provvedimenti. Dopo un breve accenno alle misure anti-crisi, i due sono passati poi ad altre questioni: il vertice dell'Ocse a Parigi, l'incontro con Obama e l'interim al ministero dello Sviluppo economico. Il Cavaliere ha assicurato di essere vicino a una soluzione: oltre al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha già rifiutato la proposta, ci sarebbe tra i candidati Antonio Catricalà, presidente dell'Antitrust. La reazione di Di Pietro - Da Reggio Calabria ha protestato Antonio di Pietro. Per il leader dell'Idv "coinvolgere il presidente della Repubblica, così come ha fatto stamani il presidente del Consiglio, sulla manovra economica, è un nonsenso giuridico e istituzionale" perché "non si può coinvolgere, infatti, il Capo dello Stato su un provvedimento di cui ancora non si hanno le linee definite, tirandolo dentro in questioni politiche. Mi auguro che il presidente Napolitano raddrizzi queste affermazioni improvvide". L'Anm frena - Lunedì, intanto, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, incontrerà una delegazione dell'Associazione nazionale magistrati. Le toghe avevano ventilato l'ipotesi di uno sciopero contro i tagli previsti dalla manovra ma oggi pare che questa possibilità sia rientrata. Il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini ha sottolineato la necessità di "mettere in campo iniziative, ma nei limiti della responsabilità". Nel testo inviato al Quirinale sarebbero stati '"mmorbiditi" i tagli alla pubblica amministrazione, compresi quelli sugli stipendi dei magistrati, dei membri Consiglio di Stato e della Corte Conti e gli avvocati dello Stato. Riforme strutturali - Ieri in un collegamento telefonico con Maurizio Belpietro su Canale 5, il presidente del Consiglio, ha difeso la manovra dalle critiche dei giorni scorsi, dicendo: "Abbiamo rimesso la barca sulla giusta rotta", dando "una risposta immediata ad una crisi improvvisa". Alla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ieri ha lamentato la carenza di riforme strutturali per lo sviluppo, il Cavaliere ha consigliato: "Suggerisco di leggere con maggiore attenzione i 54 articoli della manovra, a partire dal primo capitolo sulla competitività economica e sostenibilità finanziaria. Ci sono norme che introducono rilevanti novità strutturali, proprio in chiave di sviluppo ci sono i contratti di produttività, cioè gli aumenti di salario collegati all'incremento di efficienza delle imprese. C'è la fiscalità di vantaggio per le nuove imprese, le zone a zero burocrazia nel Sud. E soprattutto la riforma più strutturale di tutte che è il rafforzamento della lotta all'evasione fiscale, oltre all'abolizione degli Enti inutili e all'accorpamento di altri". Nessuna macelleria sociale - Per quanto riguarda i tagli, invece, "non abbiamo fatto nessuna macelleria sociale. Abbiamo solo preso provvedimenti inevitabili, poiché da anni l'Italia viveva al di sopra delle proprie possibilità". Il governo non ha messo le mani nelle tasche degli italiani. "Non ci sono stati tagli alla sanità né alle pensioni. Abbiamo solo chiesto a chi ha maturato il diritto al pensionamento di ritardare qualche mese e abbiamo chiesto ai dipendenti pubblici un atto di consapevolezza, cioè di stare fermi un giro con gli aumenti". Pdl unito - Su una probabile divergenza di vedute all'interno della maggioranza, Berlusconi ha poi assicurato che "non c'è mai stato dissenso nel governo né credo ci sarà in Parlamento: il Pdl è assolutamente compatto e lo stesso presidente della Camera ha tenuto a rimarcarlo". Anche la Lega, "come sempre alleato forte e leale, appoggia la manovra con convinzione. Quindi non vedo problemi". Ottimismo - A questo punto, "possiamo guardare avanti con fiducia, anche perché ci sono segnali di ripresa dei consumi, della produzione e delle esportazioni". La manovra d'altra parte ha incassato i giudizi positivi del commissario Ue Barroso, dell'Ocse, del Fondo monetario e di due agenzie di rating: "Nessun dubbio sull'efficacia dei nostri provvedimenti", garantisce il presidente, che ricorda infine di essere "un ottimista inguaribile e da ottimista sono convinto che tutte le sfide possono essere superate". Il federalismo fiscale - Durante il suo intervento, Berlusconi ha escluso che la crisi possa rallentare l'attuazione del federalismo fiscale. Anzi, "per non lasciare spazio ai retropensieri, abbiamo deciso di varare una commissione all'interno del Pdl, che concluderà il suo esame entro l'estate". Quindi, i decreti attuativi ci saranno "nei tempi richiesti".