2 giugno, Maroni spiega la sua assenza: "Un polverone inesistente"
Poi aggiunge anche: "Sono almeno dieci anni che non ci vado. Anche altri ministri non erano presenti"
Continuano le polemiche - Con poche parole il Ministro degli Interni, Roberto Maroni, spiega la sua assenza dalla Festa della repubblica di ieri: "Un polverone inesistente per riempire le pagine dei giornali ". Questo è quello che ha detto arrivando a Lussemburgo per il Consiglio Ue degli Affari Interni. E poi ha anche aggiunto: "Sono almeno 10 anni che non vado a Roma, gli ultimi 3 da ministro e i precedenti 10, e festeggio la Festa della Repubblica nella mia città, Varese". Una sorpresa inaspettata - Il ministro poi si dice "Francamente sorpreso di questa sorpresa" per il fatto che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ieri aveva detto di voler chiedere proprio allo stesso Ministro il perché della sua assenza ai festeggiamenti del 2 giugno. Anche perché ieri era stata notata l'assenza anche di altri ministri della Lega e anche di esponenti del Governo, tra cui Tremonti. La reazione dell'IDV - Il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, in merito alla non partecipazione di Maroni alla festa sottolinea: «Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, dovrebbe dare spiegazioni al capo dello Stato e al Paese per la sua assenza alla manifestazione della festa della Repubblica di ieri. Hanno sfilato tutti i corpi di polizia e dell'esercito che, ogni giorno, rischiano la vita per la sicurezza dei cittadini e per la legalità interna e internazionale. Maroni crede nei principi contenuti nella Carta sulla quale ha giurato o crede solo nella fantomatica Repubblica padana?». E poi aggiunge: «Maroni vuole essere il ministro dell'Interno dell'intero Paese - aggiunge Orlando - o si prepara a respingere i meridionali cosi come fa con gli immigrati deportandoli in Libia? Maroni si fermi un momento e rifletta, prima che l'incompatibilità fra i suoi comportamenti e la sua funzione renderanno inevitabili le sue dimissioni». Cerca di minimizzare – Anche Filippo Penati, capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, ha stigmatizzato il comportamento di Maroni: «Il ministro Maroni cerca di minimizzare sulla sua assenza dalla sfilata del 2 giugno, ma il danno ormai è fatto. Mentre a Roma sfilavano i suoi uomini, quelli impegnati quotidianamente a garantire la sicurezza degli italiani, lui stava in una manifestazione a Varese dove non hanno neppure suonato l'inno di Mameli».