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Marea nera, Obama: "So quali somari prendere a calci"

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Nel frattempo la Gran Bretagna annuncia che raddoppierà le ispezioni sulle piattaforme petrolifere

Tatiana Necchi
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Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, usa di nuovo parole forti e inequivocabili per attaccare i responsabili della marea nera e anche per difendere il proprio operato in risposta alla catastrofe del Golfo del Messico. "So con chi devo prendermela"  - In un'intervista con la Nbc Television, Obama sottolinea di aver parlato con i pescatori e con i massimi esperti della Bp, non solo per ragioni accademiche ma per sapere anche qual è il somaro che deve prendere a calci: «Sono stato laggiù un mese fa - ricorda Obama - prima che tanti chiacchieroni avessero neppure preso in considerazione il problema del Golfo. Ho incontrato i pescatori sotto la pioggia per capire quali potessero essere i rischi potenziali». Dito puntato sul numero uno della BP - Ma il presidente dice anche di aver parlato con tecnici: «Non ascolto gli esperti come se fossi al seminario di un college: parlo con loro per sapere qual è il sedere che devo prendere a calci». Dunque il presidente , ha replicato a coloro che lo hanno giudicato troppo morbido nei confronti dei responsabili della marea nera del Golfo del Messico e ha di nuovo puntato il dito contro il numero uno della Bp, Tony Hayward, oltre che su alcune sue affermazioni della prima ora: il Golfo è un grande oceano e quindi «l'impatto ambientale di questo disastro sarà probabilmente molto, molto modesto», aveva detto una volta Hawyard. E Obama commenta: «Non lavorerà mai per me qualcuno che afferma una cosa simile». Le operazioni funzionano - Thad Allen, l'ammiraglio responsabile delle operazioni nel Golfo, ha detto ieri che l'imbuto sulla falla sta raccogliendo circa 1,75 milioni di litri al giorno, di più dei giorni precedenti. E Obama ha confermato che il meccanismo sta funzionando, ma non ha nascosto che «l'impatto economico di questo disastro sarà enorme e durerà a lungo». L'annuncio delle autorità di Londra – Dalla Gran Bretagna arriva un  nuovo annuncio: nel Mare del Nord raddoppierà il numero dei controlli sulle piattaforme. Questa è la decisione presa in seguito alla vicenda della falla nell'impianto estrattivo della Bp nel Golfo del Messico. Il Dipartimento dell'Energia di Londra ha spiegato che salirà da otto a sedici il numero medio di controlli ambientali annuali a bordo degli impianti del Paese. Saranno assunti altri tre ispettori per favorire lo sviluppo di un programma più aggressivo. Non sono stati svelati dettagli sulle ispezioni, che però dovrebbero coinvolgere verifiche in ciascuna piattaforma. Il segretario per l'Energia, Chris Huhne, ha dichiarato che pur ritenendo solidi i provvedimenti che regolano l'industria dell'energia offshore, la disastrosa vicenda della marea nera e tutto ciò che ne è seguito hanno dato al governo "motivo di riflettere".

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